18 gennaio, 2009

Mi chiedo a cosa servi, Dio


Mi chiedo a cosa servi, Dio.
Aldilà di quanto possa essere il suo presunto estendersi fra uomini e Dei. Aldilà di quanto grande possa essere la sua potenza. Aldilà dell'essere Allah, Cristo o Confucio, mi chiedo a cosa servi, tu Dio. Mi hanno detto che sono Uomo. E ho sorriso al mio orgoglio. Mi hanno detto che questo mondo è anche il mio. E ho sorriso alla mia furia. Più di quei tanti che popolano la mia vita, perchè in essi possa riconoscermi Uomo, mi hanno suggerito a quale fra le storie devo incastrare la mia. E ho scoperto la morale. E la menzogna. La storia e la fortuna dei suoi effetti. Lentamente il mondo mi ha posseduto. Lentamente ho posseduto il mondo dentro me. Attraverso il tempo ho conosciuto la bellezza e il piacere... l'estetica e la sua cosa in sè. Col tempo il mondo mi ha attrezzato a riconoscere nella menzogna una delle vie verso la verità. E ho utilizzato la menzogna per elevare alla storia il primo dei pilastri. Da lì è giunta la prima fra le mie grandi certezze: io sono me. Aldilà di quanto possa supporre il mondo, io sono Universo e Dio. Decido da me le mie vertigini. E di volare. Di far volare e di far vibrare. D'essere assoluto tra i fondamentali, più di quanto possa la morale nell'evocarmi Uomo. D'essere dominio, più di quanto possa la storia nell'elevarmi eroe o santo. Perchè io sono me: Uomo e Dio. Infinito. Più certo di una di quelle qualsiasi invenzioni. Mi chiedo a cosa servi, Dio.
Ora che è finito il tempo della paura. Ora che la morale e la bellezza, la forza e la sapienza, moltiplicano soltanto fra i gorghi dell'oblio. Ora che il sangue degli innocenti, ne riconosco, fra le essenze, la più vitale. Sono stato in Palestina. Ho visitato i marciapiedi di Pechino. Ho fatto un pò d'inferno in vena. Ho visitato la Somalia, l'Irak, il Ghana. Ho visitato distillerie di "aquacoca" e un qualche avamposto di acida calce. A ricalco sulla nebbia e sul più supponente fra i silenzi sfuggenti il nero dell'alba. Certamente per sbigottire, sicuramente per ricordare l'imponenza del sistema a chi avesse voluto sovvertirne i meccanismi della cosa in sè. Ho abbracciato più prostitute io che l'uomo al tempo della tragedia in Bosnia e della disfatta in Cambogia. Ho digerito vanadio e amianto, plastica e polistirolo. Sono stato tempesta sagittale, di ferro e di carabina, di stelle granate e di fuoco atomico. Ho amato me Uomo quando negli occhi di chi si opponeva alla mia legge ho visto lentamente la morte. Ho bevuto l'urlo di un bimbo, quando con lui ho finito...
Cosa avresti potuto, Dio? Lì, fra le mie porcilaie? Fra le insolenze del mio quartiere, fra le menzogne del mio far politica? Cosa avresti potuto, Dio? Lì, fra le mie bombe chimiche. Con una lunga lama fra gli intestini di una donna... io Uomo, io branco.
Mi chiedo a cosa servi, Dio.
Ora che lentamente muoio...
Ho lasciato che il mondo mi preparasse e mi addestrasse ad essere Uomo. Non immaginavo verso dove spingesse i miei passi. Ora è solo l'eco di me Uomo.
Adesso so Dio.

Foto di luca lucchesi

7 commenti:

  1. Sono Fulvio..mi rallegra, come del resto mi rammarica, leggere ciò che penso in segreto da tanto tempo: Come può un Dio buono permettere che tutto il male che, come egregiamente illustri, solo un uomo sa concepire, possa essere messo in atto da una sua creatura? Sono confuso..siamo il contrappeso di una bilancia? Siamo parte di quel famoso bianco/nero o luce/buio ove uno non esiste senza l'altro? Al momento so solo che la lettura dell'articolo mi ha messo per l'ennesima volta di fronte ad una realtà di cui siamo consapevoli e taciamo nel nome di una misericordia che..sembra..non arrivi mai!! Grazie per l'attenzione a me dedicata nel leggere il mio commento.

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  2. "Mi chiedo a cosa servi, Dio?" Noi uomini siamo sua espressione, le nostre deviazioni abberranti fanno forse, anch'esse, parte del disegno; queste ,credo, servono a comprendere la dicotomia Universale, l'eterno dualismo che pregna tutto. Compreso e conosciuto questo, nostro compito è incarnare l'unica scelta possibile: l' Amore. Amore è il legame che unisce i cuori, la base su cui costruire. Se l'amore è il fondamento, il mio tempio sopporterà tutti i terremoti e tutte le tempeste. Potrò costruirlo alto e ampio quanto vorrò, senza essere in pericolo. Quindi, la mia Via, la nostra Via, è la Via dell'Amore. Devo abbandonare ciò che mi impedisce di seguire la strada e mi volgo per proseguire con perseveranza; verso la meta, fino alla destinazione.
    Stefano

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  3. ...credo all'intensa forza,alla continua lotta tra bene e male,al costante impegno che ogni Buon essere umano si assume per il raggiungimento di un sano e sereno equilibrio tra ciò che è bello e brutto, giusto e sbagliato ...in qualunque modo, ognuno di noi, percepisca Dio, la sola cosa che, secondo me, si rende necessaria è la costruzione della tanto auspicata integrità dell'anima

    Rosangela

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  4. carissimo Fulvio, benvenuto. mi piacerebbe dirti le cose per cui è l'uomo. rileggendo il tuo commento sento di poterti dire che le cose per cui è oggi il mondo sono tutte o in gran parte da ricondurre a quella sorta di cosmico oblio consapevolmente innescato dalle fluttuanti maree della storia: l'uomo ha dimenticato il senso del proprio evento. ha dimenticato d'essere "anche" Dio. aldilà della metafisica del dubbio, v'è la speranza che l'uomo possa ricondurre a se stesso la storia delle maree e tornare ad essere vivente ed amante impulso per il senso del mondo. Dio. Ricordandosi arto dell'universo.
    vb

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  5. carissimo Stè, bentornato.
    condivido in pieno le tue riflessioni, ma con una piccola tangente che perdonerai attraverserà il tuo ammirevole impianto: il primo passo verso l'amore è la compassione.
    vb

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  6. carissima Rosangela,
    potrei rispondere al tuo commento così: io credo nel tuo fattivo e sgorgante dolore... aldilà di quanto possa essere "terribile" la lotta fra i "perenni antagonisti", il solo dolore di chi vive per edificare "quel santo e giusto tempio" sana, col proprio dolore, il dolore del mondo. ecco: io credo nel tuo fattivo e sgorgante dolore.
    vb

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  7. Facendo eco all'intervento di Fulvio...
    Può essere un Dio così limitato da poter permettere all'uomo tanto orrore? Io credo che Dio ami talmente tanto l'uomo da lasciarlo libero, libero di scegliere. Scegliere di farsi co-costruttore insieme a Lui oppure...

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