10 febbraio, 2009

Il naufragio del Paradiso

Nietzsche ha rilevato che, nella società moderna, le migliori condizioni di vita e la sicurezza raggiunta riducono o eliminano l'angoscia per l'imprevedibilità del divenire e danno il piacere dell'imprevisto e dell'avventura. E si può pensare che questo fenomeno raggiunga il culmine con le condizioni di vita rese possibili dal paradiso della scienza e della materia. Ma quando - come accade in questo paradiso - la sicurezza della vita è così sviluppata da rendere desiderabile l'imprevisto e l'avventura, è anche inevitabile che divenga sempre più lucida e pressante la consapevolezza che tale sicurezza, per quanto confermata dalle procedure scientifiche e materialistiche più raffinate, ha pur sempre un valore ipotetico che può essere improvvisamente smentito. Si ama l'avventura e l'imprevisto se si è sostanzialmente sicuri; ma non li si ama più quando la felicità è così alta da crescere sempre e tuttavia ci si rende conto che la sicurezza del suo possesso rimane nonostante tutto un'ipotesi e che quindi il paradiso può essere improvvisamente perduto.
Il paradiso della scienza e della materia è inevitabilmente privo di verità, perchè la nostra cultura ha abbandonato da tempo la pretesa di conoscere la verità. E l'ha dovuta abbandonare, perchè la verità, come evocazione degli immutabili, è stata "un rimedio peggiore del male". Tuttavia, una volta che l'uomo ha attraversato l'epoca che lo separa dal paradiso della scienza - l'epoca in cui ha ancora senso il piacere dell'avventura e dell'imprevisto, perchè tale piacere può riuscire superiore al dolore del naufragio -, l'imprevedibilità del divenire torna a farsi angosciosa e anzi spinge al punto più alto dell'angoscia, perchè ora ciò che il divenire può tenere in serbo è il naufragio del paradiso. Anche il rimedio della scienza fallisce.
Quanto più si è felici, tanto più il terrore di perdere la felicità rende infelici.
E un paradiso in cui è possibile chiedersi se esso non sia un'illusione è un inferno.
(cfr, e.severino, la filosofia contemporanea)

Foto di Giorgio Di Fede

2 commenti:

  1. ...l'avventura e l'imprevisto sono, secondo me, molto spesso apprezzati e ricercati da individui " sostanzialmente" insicuri.
    Dietro un'immagine esteriore fatta di atteggiamenti, comportamenti, ragionamenti ammirevoli,concreti si celano, a volte, una mente ed un animo vulnerabile.
    Queste sono persone che non si sentiranno mai in paradiso e mai, si percepiranno,veramente, felici...diciamocela tutta, la felicità è fatta di momenti!!! E il momento lo si ricerca, avventurandosi nell'odissea della propria e altrui vita, sperando che accada qualcosa, che arrivi qualcuno a far sentire VIVI!!! A quel punto, possono ,anche ,sentirsi in paradiso...ma sapete quanto dura?...anche quello, un attimo!!! Perchè si pensa che non sia possibile sentirsi così...ed allora pensieri negativi incalzano fino a provocare il fenomeno della " profezia che si autoavvera" : succede qualcosa che, già , sapevi avrebbe provocato scombussolamento...nel bene o nel male, lo decideranno mente, cuore e la casualità degli eventi.

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  2. Adesso posso ben dire che la felicità e la serenità sono solo illusioni. L'imprevisto, la casualità ma anche l'ignoranza e la mancanza di rispetto dell'altro e le bugie fanno sprofondare in un abisso di tristezza e inferno. Ma anche la tristezza può divenire un illusione, nel senso che ci si può rialzare e cercare di ritrovare la serenità. Da soli. Ma allora è tutto un'illusione?

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