25 ottobre, 2009

"Quei bastardi senza gloria" di Marcella Longo

Inglourious Basterds si presenta subito come una cinica favola divisa in capitoli: “C’era una volta nella Francia occupata dai Nazisti…”, per cambiare subito registro e trasformarsi in placido western, attraversando tutti i generi cinematografici fino a diventare fumetto.
Fastidioso e irritante come un dito infilato dentro il foro di un proiettile, attraversato da ironia che sottolinea la gravità dei fatti.
Quentin Tarantino cambia il corso della Storia con “Operazione Kino”, dove confluiscono i progetti di vendetta di uno scalcagnato gruppo di feroci ebrei americani, che fanno la scalpo agli odiati nazisti, e di una solitaria ancella ebrea (aiutata da un negro), che si prepara al sacrificio, accompagnata dalla voce vellutata di David Bowie – Cat People (Putting out fire), sul sacro altare della settima arte.
Cinema nel cinema, film nel film, il solo luogo dove la fantasia trasformata in immagini può darè vita a ciò che non sarà!

4 commenti:

  1. ciò che non sarà purtroppo!
    nell'assurdo delle immagini e dei suoni ci sono molti più spunti di riflessione di un qualsiasi altro film che si definisca "impegnato"

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  2. in realtà non credo che questo sia un film "impegnato"... credo che Tarantino si sia davvero molto IMPEGNATO nella realizzazione di questo film. Diciamoci la verità, le sue ultime fatiche non erano state proprio dei capolavori. Eppure è riuscito a trasformare l'orrore della storia, in una vendetta (non proprio politicamnete corretta) che ci ha fatto godere, tra scalpi impauriti e mazze colme di sangue criminale. Sembra come se prendendo la delorean in dietro nel tempo, si sia cambiato il corso degli eventi... Bravi tutti, bravo Brad che finalmente, per poco, si è tolto di dosso soltanto il ruolo di papà più "bravo" del mondo! Grazie per averci fatto diventare tutti "bastardi" dopo i titoli di coda!

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  3. condivido. i movimenti macchina, i dialoghi fiume, l'eterna scena sequenza in taverna, la crasi narrativa fra primo e secondo tempo come la dissociazione fra primo e secondo movimento narrato (tanto da sembrare il secondo un sequel di un "primo mai apparso). personalmente mi ha deluso. ovviamente i miei pensieri sono assolutamente opinabili, ma il film non è un "Capolavoro".

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  4. io non credo vito, anzi trovo che i meccanismi interni dissociati o meno che siano ( e qui più che in altri suoi film non lo sono) arrivino tutti ad un obiettivo. comunque è da rivedere almeno un'altra volta.

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