27 gennaio, 2010

27-01 di Marcella Longo

«Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.»

(Elie Wiesel, La notte)


Shoah, in ebraico significa letteralmente, distruzione.
Nel giorno del ricordo, della memoria, nella ricorrenza della fine di un incubo, “…non dobbiamo consentire che il nostro passato diventi il futuro dei nostri figli…” come oggi ha pronunciato il premio Nobel per la Pace Eliezer Wiesel nel suo discorso alla Camera dei Deputati.
Il ricordo della Shoah, deve essere un impegno quotidiano, un esercizio educativo al rispetto dell’altro, del diverso, del più debole, per scongiurare il ripetersi della barbarie consumata in quei luoghi di dolore rabbia morte, follia.
Un impegno affinchè non venga più distrutta la dignità dell’uomo.

Per Anna e per tutti quelli che nel perdere la vita hanno sperato che noi non perdessimo la memoria del loro destino.
Disegno di Anna Frank di Andrea De Luca.

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