26 giugno, 2010

Off the light

A distanza di un anno, spente le luci...

Monica Lo Iacono, classe 1983: immune alla sindrome “Micheal Jackson Re del Mondo”.
Ricorre un anno. Gli assopiti dei 364 giorni torneranno a fargli festa, con concerti e striscioni con su scritto “santo subito”. Io canticchio Thriller, come ho sempre fatto, senza particolari batticuore.
Ebbene sì, pur essendo cresciuta nei mitici anni 80, non sono mai stata attratta né dal suo repertorio musicale, né dalla sua storia di uomo (in bene o in male). Sono di quelli che credono che canticchiare due canzoni non ti faccia “fan”, di quelli che alla morte di un cantante non vanno a comprare il cd solo perché si sono appena ricordati della sua esistenza. A me di Micheal Jackson non incuriosiva niente, a dirla tutta. Mi sono sempre tenuta lontana dalle questioni della presunta pedofilia, della poi accertata vitiligine, dei dubbi sulla sua morte. Non ne sono stata interessata mai. “Ok, non ti piaceva.. Però devi riconoscere che era un mito”, mi dicono loro. Anche no. Scatta agli occhi di tutti l’oggettività su quanto grandioso fosse lui, capace di cavalcare l’onda del pop per decenni. Anche no, neppure l’uomo più popolare della terra avrà l’oggettività del riconoscimento.
Conosco persone che amano un cantante fino a percorrere mille km per un concerto, che hanno letto tutto, che sanno tutto, che lo venerano come un dio. Scommettiamo che queste persone alla sua morte non mi chiederebbero di riconoscere niente? Non è che cerca il riconoscimento post mortem chi è in dubbio sulla condotta della vita?
monica lo iacono


Micheal Jackson non cerca difensori. io non sono il suo. di lui dirò soltanto ciò che ci si aspetterebbe da una persona che amava le sue canzoni e che lo apprezzava come artista. amava le canzoni, apprezzava l’artista. nella vita di Jackson è invece successo il contrario. orde di persone che amavano lui e lo idolatravano e gente che invece apprezzava le sue canzoni. sentimenti entrambi positivi, ma diversissimi.
il re… mi dicono… del pop. è lui? sì, ma che non sia una mania. adesso mi convinco che l’esercizio più utile per parlare di micheal Jackson è di usare la sobrietà, tutta la sobrietà che non gli è mai appartenuta, per suo volere o per invisibile dittatura costruita ad arte per la sua vita. ora non importa.
dirò che ha scritto testi che molti ancora sognano. dirò che ha coltivato i sogni che oggi sono alla base di molte iniziative umanitarie internazionali. progetti che ancora oggi, dopo anni, rimangono validi. ha parlato di molte cose. molto ha detto di sé. ma forse eravamo impegnati a copiare il moon walk…
in quelle cose c’era molto di speciale. moltissimo. c’era la semplice verità di una persona che è riuscita, ritengo, senza tema di smentita, a conservare ciò in cui credeva da piccolo. ha conservato quello stupore e la capacità di incazzarsi per le cose che fanno incazzare i bambini. le piccole grandi ingiustizie. lo ha fatto. si mi direte… lo so… lo sento. lo ha fatto. e questo c’entra poco con lo smacchia mento della pelle, gli sfarzi, la villa parco giochi, i due figli in provetta e tanto altro.
quello è il re del pop. a me interessa solo il cantautore, ballerino produttore che veniva da Gary… sì, lui.
micheal Joseph Jackson.
elisabetta costantino

L'anno scorso, di questi tempi, scompariva uno dei più grandi miti della storia della musica...Michael Jackson. Un personaggio che aldilà della musica ha fatto molto discutere di se per motivi più o meno spiacevoli noti a tutto il mondo. Mi ricordo da ragazzina quanto lo ammirassi e quanto mi piaceva il modo in cui ballava, ma sopratutto mi piaceva il colore della sua pelle che metteva in risalto i suoi occhi scuri. Era bellissimo e questo si evinceva sopratutto nei suoi video degli anni 80. Quello che mi sono sempre chiesta è come mai un uomo del suo calibro, con la sua fama, il suo potere, le sue ricchezze anche fisiche nn riuscisse ad accettare se stesso tanto da cambiare i connotati cominciando pian piano dai tratti somatici sino al colore della pelle? Quest'uomo all'apparenza "realizzato" nei suoi sogni, nascondeva invece un animo inconsolabile, inquieto, insoddisfatto. Mi chiedo come sia stato possibile tutto questo! Ora a distanza di un anno dalla sua morte se devo pensare a lui....il mio ricordo mi riporta ai tempi di "THRILLER" e a quel ragazzino prodigio del quale invidiavo il colore della pelle che lui invece odio' a tal punto da cercare a tutti costi ( ma il "costo" non era un problema) di cambiare pelle.
yram

ps: questa la prima parte di un riuscito approfondimento sulla vita di micheal jackson. il narrato è neutro, mostra meraviglie e orrori di una star, meglio...di una persona. da vedere per farsi un'idea, prima di farsi travolgere dal Mito...

1 commento:

  1. Certo che parlare di Michael Jackson è dura. Io sono nato negli ottanta... in quegli anni come adesso non ho mai smesso di pensare che sia stato davvero il re dagli occhi dolci e neri. Volevo aggiungere qualche parola alle vostre righe.

    Ad esempio pochi ricordano che MJ è stato uno dei pochi a mettere sul palco pezzi da novanta agli strumenti per le sue canzoni(per me che veneravo i GN'R, i duetti con Slash erano da infarto...). Come dimenticare Eddie Van Halen alla chitarra di Beat it (queste non si possono solo canticchiare, scusa, queste ti si tatuano ai timpani...), oppure la coreografica chitarrista Jennyfer Batten, una delle prime donne ad imporsi, chitarra in mano, tra i più grandi strumentisti... la lista sarebbe infinita. perchè non provate, ad esempio, a vedere quante cover di MJ sono state fatte nel corso degli anni... qualcosa vorrà dire (ultimamente ho sentito una cover dei Fall Out Boy niente male, anche se non sono un granchè loro.)
    Ritengo che MJ sia riuscito a creare musica nuova quando c'era bisogno... lo stacco tra i settanta e gli ottanta è stato incredibilmente traumatico. Lui riuscì col suo talento indiscutibile (chi non lo vede è cieco) a dare un volto alla musica, che ancora oggi ci portiamo dietro. La gente credeva in lui e nelle sue stravaganze. Grazie a lui "nidate" di artisti più o meno validi, hanno costruito carriere solide. Vedi Justin Timberlake, tutte le boy band, tutto l'RNB e tanto altro... Come dimenticare i suoi passi di danza, con i quali sembrava sfidare le leggi di gravità, ancora oggi un mistero, che solo Fred Astaire potrebbe chiarire. Le sue comparsate sul palco. Il video di Thriller, magistralmente girato dall'indimenticabile John Landis! Le innovazione nel campo della computer grafica nei suoi video (da Billie Jean a Black or White).

    Vorrei soltanto, per concludere, che chi non ha mai avuto la possibilità di approfondire questo personaggio, lo faccia adesso. Bisogna ascoltare e valutarlo per tanti aspetti. Senza pregiudizi. A quel paese le polemiche e le storielle da quattro soldi che screditano soltanto per fare del male. L'arte è costellata di persone eccentriche, di magia e di punti oscuri. A noi basta un vecchio "mangiacassette" o più semplicemente un lettore Mp3... Ciao MJ, salutami un bel po di amici, Kurt Jeff ed Elvis su tutti.

    ...e grazie!

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