26 novembre, 2010

L'urlo


Scrivere una recensione su questo film potrebbe già sembrare una cosa alquanto contraddittoria.
Il film stesso gira intorno al concetto di critica, nella più ferrea delle sue accezioni. Per questo motivo, tra queste parole, non vi saranno giudizi di alcun tipo ma sensazioni.
Una stanza fumosa e rumorosa. Luci bianche accarezzano il grigio della pellicola. La piccola platea guarda, rialzato, un giovane uomo mettersi occhiali dalla forma vistosa. Se ti sforzi davvero, ti senti tra loro e le loro parole. Ascolti una malinconica chitarra americana fare da tappeto ai tuoi sensi, pronti a cogliere l’infinito dalle labbra sottili di una voce tremula.
Girandoti lievemente vedi Jack, bello come non mai, con un cappello a contenere occhi e pensieri. Più in là c’è Neal, con sguardo profondo e attento.
Ora il ragazzo toglie gli occhiali. Ci guarda. Fa un respiro profondo come i suoi versi… lo senti?
Rimette gli occhiali al posto e dice…


“Ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate, nude isteriche, trascinarsi per strade negre all’alba in cerca di droga rabbiosa….”


Tutto questo avviene nei primi secondi della proiezione… Vengo rapito completamente dalle sue parole e da immagini semplicemente eccezionali da ogni punto di vista. Mi sento come un bambino davanti al cartone animato della vita.
Capisci subito che le persone che hanno partecipato a questo film sono davvero dentro le parole stesse di Ginsberg. Fare un elenco di elogi sarebbe riduttivo e noioso.
Su tutti scelgo James Franco, giovane attore interessante, che fa parte d’una generazione sempre più martoriata dai talent show e dai bei faccini. Sembra, sin dal sospiro iniziale, essere l’unico attore a poter personificare il grande Ginsberg. Si muove, fuma, gesticola e si distende su infiniti scalini. Tu puoi solo guardarlo con ammirazione. La stessa che provo quando, leggendo qua e la, scopro che i disegni sono di Erik Drooker, artista dal valore immenso, che già aveva collaborato con Ginsberg. Le musiche poi ti fanno camminare tra quelle strade dove, un tempo, pensieri e idee correvano più veloci della rete che oggi mi permette di comunicare con voi.
La personalità del protagonista mi colpisce profondamente per l’onestà. Niente filtri nè comodi stereotipi. Nel film tutto questo diventa cuore pulsante che batte. I ricordi, gli amori e la sua sessualità, vengono raccontati con armonia e tranquillità dal tono di voce di chi sta preparando una tazza di tè. Per certi argomenti sceglie il sole alla notte. La parole al vile silenzio. Oggi più che mai credo che l’onesta sia diventata sempre più merce rara.
Mi permetto una citazione:


“Che succede se fai una distinzione tra quello che dici agli amici e quello che dici alla tua musa?
Il trucco sta nell’eliminare la distinzione e parlare alla propria musa con la sincerità con la quale parli a te stesso”.


Lo scritto di Ginsberg, dal quale il film prende nome e magia, durante lo scivolare delle immagini, viene spogliato e vivisezionato sul tavolo di legno e parole di un aula di tribunale.
Cosè l’arte? Chi può dirsi in grado di scardinare il lavoro degli altri. Chi può essere tanto illuso dal giudicare le emozioni, fatte di pianto e vita, sogni e scelte?

Come ho già scritto all’inizio non voglio dare giudizi, aggiungendo che forse sono la persona meno adatta a darne. Ma credo che vite e storie come questa debbano per forza sviscerare in noi qualcosa. La musicalità d’infiniti pensieri. La sete di vita veramente vera, tra rimorsi e paura, fortuna e sventura, ricordi ed incubi . Un turbine di parole dentro al quale puoi farti trascinare, vivendo eccitazione pulsante e battito ritmato, inzuppando mente e visioni in una tazza da bar, nella notte buia di New York City, volteggiando tra saporite curve grigie e virgole pesanti.

Io di quello che ho visto posso solo dipingere un piccolo “quadro” fatto con punte di capelli e piccoli pezzi di me stesso. Liberamente. Senza pormi il problema di piacere.
Spero con tutto me stesso di poter vedere le vostre opere, ascoltando e leggendo i vostri commenti, le vostre impressioni. Ricordando comunque che commentare in qualsiasi modo vuol dire soprattutto provare ad avvicinarsi a qualcosa, non distruggerla. Non c’è un modo giusto o un modo semplicemente più giusto per farlo. Quindi vedete il film.
Se tra queste parole avete trovato qualcosa d’interessante, liberate i vostri pensieri sedendovi in quella stanza. In mezzo alla platea.
Tra Jack, Neal e Allen…
Grazie per aver dedicato il vostro tempo a questa lettura.
Andrea De Luca
Hel Capitan


Disegno di Andrea De Luca

9 commenti:

  1. alle volte la luce che è in noi, offuscata dal grigio della quotidianità, torna a splendere, rincuorata da esempi e testimonianze come quella di Ginsberg! allora qual'è il nostro merito? uno solo. grandissimo eppure alla portata di tutti. sapere intravedere tra le brutture spazi di paradiso (come direbbe Calvino) e dargli spazio. tu hai fatto questo andy! grazie

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  2. e me le ricordo le nostre parole, al chiuso tra i testicoli di una stanza. a romperci le palle e a dire di questo o di quell'altro sogno. e me le ricordo le nostre "cazzottate" a parole per il colore da scegliere e da fottere tra le pagine del blog o per la tua dannata precisione nel disegnare a scapito del tempo. il tutto si risolveva, tra una siga, una beks e il cazzo di .... un urlo. come usavano far fare ai loro sogni didascalici e fottuti ... felinghetti kerouac, ginsberg, bukowski ... nel modo migliore che il mondo e la strada conoscono. bel pezzo andy: stronzo e bastardo, tra rimorsi e paura, fortuna e sventura ... come piace a me.

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  3. Bravo Capitano...

    sempre sulla stessa frequenza d'onda! anche a distanza.

    ...oggi....
    si parlava della Fernanda Pivano grande traduttrice che ci ha fatto conoscere la "beat g." .. e casualmente chi ha tradotto ??

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  4. @Elisa
    Gli spazi di paradiso, senza il tuo sostegno quotidiano, paziente e premuroso, sarebbero invisibili. Anche mettendo occhiali dalla forma vistosa. Grazie a Te.

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  5. @ MIro TrukDrake

    Noi, lo sai bene, siamo telepatici da quando ci siamo conosciuti. Nella nostra musica così come nella vita.

    Questo film mi ha fatto bene davvero. Mi ha fatto pensare tanto. Spero che quel quadro di cui parlavo, lo dipingerai con pezzi di corde impazzite e capelli ribelli ed io avrò gli occhi giusti per leggerlo.
    A presto Fratello Drake

    Sopravvissuti da sempre...

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  6. @ Vito
    Le tue parole entrano tra il mento e lo stomaco della mia anima.
    Proprio là, dove i nostri ricordi dominano da sempre le lancette del tempo. Dritte al motore pensante e silenzioso.

    Grazie amico mio. Spero tanto di vedere insieme a te questo splendido film. Sarebbe bello!

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  7. le tue parole lasciano trasparire i solchi che la vita lascia in ognuno di noi tra critiche ed elogi

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  8. non vedo l'ora di liberare i miei pensieri e guardare questo film! grande andy! forse non so bene cos'è l'arte ma tu ne hai sicuramente tanta!

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  9. @ Marcella

    ...quegli stessi solchi che ognuno di noi colma nelle maniere più disparate. Magari semplicemente guardando un film come questo. Grazie!

    Spero che anche tu guarderai il film!

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