24 novembre, 2010

PrecariaMente

All’inizio sembrava il caso di ricerci su.
All’inizio guardavi in modo ironico, sussurando tra te e te: “L’ennesimo caso di guerrilla marketing”!
Poi lentamente il sorriso da Joker si è fatto cupo. Cupo non come il nero, ma come il grigio che ti attanaglia quando sai che c’è poco pochissimo da ridere, che la situazione è seria, anzi drammatica.

«GRUPPO BANCARIO CERCA LAUREATI CON MASTER IN INGEGNERIA INFORMATICA CAPACI DI CAMPARE SENZA SOLDI»
«AZIENDA LEADER NEL LARGO CONSUMO CERCA NEOLAUREATE BELLA PRESENZA DISPOSTE A FARSI CONSUMARE»
«GRUPPO INFORMATICO CERCA GIOVANI LAUREATI CON IL MASSIMO DI VOTI E IL MINIMO DELLA DIGNITA’»
«NETWORK DELLA COMUNICAZIONE CERCA GIOVANI TALENTI PRONTI A FARSI SFRUTTARE IN SILENZIO»


All’inizio ridi. Buontemponi. Poi, se queste esperienze le hai vissute sulla tua pelle, non
ridi più.
Inizi a dire… Cazzo è capitato anche a me, che vorrano dire?
Chi è che si permette di mettere in giro questi annunci, anonimi per di più. Anzi, la cui titolarità rimanda ad un misterioso sito: http://www.giovanidispostiatutto.com/
A metà Novembre il mistero è risolto. Campagna di protesta e denuncia dei Giovani
della CGIL: a questa campagna è seguita ed è tutt’ora on line la seconda parte della sfida mediatica. Adesso infatti, dal primo sito si viene indirizzati all’indirizzo www.nonpiu.it!
Titolo evocativo. Preciso.

Allora mi chiedo se son pronta. Se sono pronta a dire sì: non più disposti a tutto. Anche perché nei mesi che si susseguono dalla Laurea, la rabbia e la sfiducia crescono in modo esponenziale, alternati a periodi in cui sembri fatta di Prozac+… Umore alle stelle e un ottimismo senza precedenti. Hai i tuoi sogni, le tue sicurezze, le tue convizioni, spacchi il mondo, quel mondo che è lì per te.
Ma poi la prestazioni occasionali, i master, gli stage, i contratti co.co.pro., la pensione raggiungibile probabilmente ai 100 anni… Si impadroniscono del tuo quotidiano. L’unica dimensione possibile diventa l’Oggi quando va bene, quando va male diventa l’Ora. Ora, qui, la temporanea occupazione per portare a casa una giornata di lavoro.
Nel sito ho letto molte storie come la mia, molti sfoghi e tante critiche ad un sindacato che sembra essersi reso conto solo adesso della parola Precariato. Tanti, troppi esempi che fanno male, che ti sembra ti scalfiscano la pelle.

Sono pronta?
A cosa può servire tutto questo?
Una cosa che condivido e che ho letto tra le pagine del sito nonpiu.it è che a lottare da soli si ha un unico misero risultato. ESSERE SOLI.
Siamo una società che condivide le immagini on line, le esperienze in tempo reale, gli amici sulla rete, ma che ha smesso di lottare insieme. Ha smesso di credere che insieme si urla più forte e meglio.
Siamo atomizzati e imprigionati nella celletta di un profilo che ci illudiamo riempa anima, portafoglio e solitudini.

Sono pronta?
Sì. Con riserva. Probabilmente sarò ancora attanagliata dai dubbi. Svendersi, mendicare un’occupazione per credere di avere un futuro. E, nel momento in cui dirò un altro sì, avrò irremediabilmente venduto me stessa.

Allora sono pronta, sì, ad avere rispetto per me. A cercare di fare ciò che mi anima e mi appassiona. Pronta ad essere creativa, ma a non illudermi sapendo che molto spesso lavoro creativo e lavoro precario coincidono. Pronta ad arrivare tardi agli obiettivi, ma ad arrivarci con dignità.
Attendo altri come me sulla mia strada. Attendo. E non solo lo spero, ma farò in modo di non aspettare invano.


Ieri sera guardando la conclusione di “Vieni via con me” alla tele, ho molto apprezzato l’elenco dei motivi per restare e per andar via da qui. Voglio provarci anche io.

RESTO PERCHÈ L’ART. 1 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA NON È CARTA STRACCIA
VADO VIA PERCHÈ HANNO RESO LA COSTITUZIONE CARTA STRACCIA
RESTO PERCHè NON VOGLIO FUGGIRE DAL MIO PAESE
VADO VIA PERCHE ALLE VOLTE NON MI SENTO ITALIANA
RESTO PERCHÈ HO ANCORA DEI SOGNI PER CUI BATTERMI
VADO VIA PERCHÉ FACCIO SEMPRE Più SPESSO INCUBI
RESTO PERCHÉ NON CHIEDO NULLA SE NON QUANTO MI È DOVUTO
VADO VIA PERCHÉ NON HO RISPOSTE ALLE MIE DOMANDE
RESTO…
Elisabetta Costantino






Disegno di Andrea De Luca

8 commenti:

  1. capisco benissimo il tuo stato d'animo, anche io non so se sono più disposta a sopportare!

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  2. Mai più disposti a tutti!
    Mai più disposti a dire si.
    Dicono che chi esce riesce...io dico che sono minchiate! Solo minchiate su minchiate!
    Pronti? Ma pronti per cosa?

    Ecco,finalmente!
    "Pronti d avere rispetto per me. A cercare di fare ciò che mi anima e mi appassiona. Pronta ad essere creativa, ma a non illudermi sapendo che molto spesso lavoro creativo e lavoro precario coincidono. Pronta ad arrivare tardi agli obiettivi, ma ad arrivarci con dignità."

    Ben detto Eli!
    Prendo nota...

    Un abbraccio

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  3. @Marcella: nessun dubbio marce. lo so che davanti a noi probabilmente più buio che luce. ma non devi e non puoi più sopportare!!!

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  4. @Gero: ora comprendi con quale stato d'animo assistevo al tuo lavoro artistico...che credo abbia coraggio e valore civile.

    Allora solidali per lottare insieme. Ognuno con la propria voce, modi e sassi per la strada. Ognuno con il proprio percorso, in attesa di unirsi a tutti gli altri e gridare più forte!

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  5. Il giorno che ti svegli la mattina e realizzi che sul comodino hai meno di cinquanta euro fra monete a carte. Quel giorno realizzi veramente che qualcosa nel sistema non va.
    E te ne freghi se alla tv senti belle parole o qualcuno ti giudica male...

    Quel giorno però lo auguro a tutti.
    Si, a tutti.
    Non per male.
    Quel giorno forse, smetterai di credere alle favolette e, guardandoti allo specchio, troverai la forza per tirarti su. Se non cambiamo le nostre piccole vite e le nostre scelte, il mondo rimarrà sempre lì a guardarci seduto tra le file di mezzo, quelle con più spazio per stirare le gambe, con i suoi pop corn e la cola. A me è venuta un po di sete. E a voi?

    IO RESTO PER DIMOSTRARE QUELLO CHE VALGO.

    NON ME NE VADO PER "ANDARE" IN QUEL POSTO A CHI NON CREDE IN QUELLI COME ME...

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  6. @Andy: la rabbia è una possibile chiave di riscatto. non è sempre furia cieca. ma anzi alle volte è l'innesco di una catarsi che stentava ad arrivare. «Io faccio tutto ciò che è degno di un uomo, chi osa di più non lo è» (Macbeth, Shakespeare)

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  7. le tue parole, eli cara, sono amaro innesco. m'incazzo quasi a leggerle. m'incazzo quasi a metterle dentro. m'incazzo quasi a tenerle ferme ... sono pesanti. vibrano. taglienti, vere, sincere ... incazzate. spero che siano gocce ... saggittali. verso ciò che è giustezza e diritto, ma anche attesa e sogno.
    grazie per tenere accesa la rabbia intelligente .... la sapiente incazzatura ...

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  8. @vito: sì vito, me lo devo. terrò accesa questa cazzo di rabbia perchè ne ho bisogno perchè lei ha bisogno di me e perchè credo nei sogni!!! grazie di avermi letto!

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