
Hammer & Jester
Faceva ottobre, ancora. E col caldo di sempre. Al solito posto … con alcuni che vivevano per lo stesso motivo e con altri che quel motivo lo cercavano da una vita. Ma era la vita, come la nostra città: spezzata in due, tra le consuete, dannate circostanze e quella perenne voglia di riscatto. Su tutto, almeno per noi, l’asfalto.
La “macchia” mosse compatta con quel passo che fa bene alla vita, uno di quelli che mette un solco tra le stronzate fatte e quelle che, se le fai … sei un emerito …

L’andatura era tranquilla, un po’ messicana, da siesta, come le tiepide robe che combinavano i “locali”, giovani e vecchi, intorno alle bancate del mercato popolare. Recavamo un’idea, qualcosa in più di un motivo: forse quei necessari inneschi per far rivivere in noi l’incendio della vita. Avevamo le anime piene di sperma … occorreva un cielo da riempire per la nostra dannatissima voglia di volare. Si, l’andatura era tranquilla. S’andava a passo di danza e in strada lasciavamo che il tempo dei ricordi scivolasse alle nostre spalle e con quella certa prudenza che si deve alle cose preziose là pronte per essere accolte. Il pastoso borbottio dei “ferri” suggeriva, a coloro che intendevano tutta la cosa, tanto la potenza quanto la forza, ma era la grazia, con la quale procedeva la colonna, a declinare tutti i verbi legati al “suono” e alle trame della bellezza. Quando “occupammo” la piazza fu il consueto silenzio tra i “locali”, perfino tra quelli che in piazza alzavano business e storie. Talvolta si vive di queste minchiate e noi, un po’ perché rincoglioniti lo eravamo per davvero, ci sparavamo la posa come le troiette di primo pelo a caccia di flash e del solito coglione. Immaginavamo che “lo scoparsi la vita” potesse giungere anche da quelle robe e se, fondamentale dettaglio, il tutto ci veniva “aggratis”, cercavamo di fottere in un solo colpo, troiette, vita e coglione.
Allineammo le moto con quel tale ordine da far crepare d’invidia i “meglio” addestrati reparti militari e, giusto perché a nessun profano venisse il dubbio, calcolammo quella giusta distanza, tra un ferro e l’altro, tanto da non lasciare un centimetro di spazio, neppure per il più esile e sifilitico pezzo di plastica monocilindrico a due tempi, italiano o japan che fosse.
L’unico neo … quello stronzo di Leon …
“Al solito, testa di cazzo!”
“No, Camilo … la testa di cazzo, sei tu!”
“Se riuscissi almeno una volta a fottere bene il “ferro” … dico, cazzo, almeno una cazzo di volta!”
“E tu mettila di culo … che al resto penso io …”
“Stronzi tu e la tua “Cross” dei miei coglion!”
“Vice: vuoi fare a cazzotti?”
“Non ne vale la pena, sei troppo finocchio!”
“Dai Vice … una bella scazzottata, qui e ora. Ti fotto per bene, sai?”
“E dateci un taglio, pezzi di merda!”
“Ernesto: autorizza i cazzotti!”
“Si, coglione ti autorizzo: prenditi a pugni da solo!”
Era il giorno del Consiglio. Triskeles si riuniva. Due biker bussanti chiedevano d’entrare nel Club. Per i nuovi accessi e per le espulsioni, doveva giungere, secondo regolamento, il voto unanime. Tra i “sette”, gli Original del nostro free club, sarebbe bastato un voto contrario e il consiglio avrebbe dovuto riaggionarsi per deliberare e ancora una volta in merito. Chi dava il voto contrario, per quell’accesso o per quella espulsione, non era tenuto a dare un cazzo di spiegazione. Erano le regole, ovviamente a noi sacre.
“E tu Leon, mi raccomando: con i nuovi un po’ di garbo.”
“Sarò di seta, Presidente, promesso …”
Frankie Hammer e Jester … i due stronzetti da votare.

Jester fa l’aerografista. Si smazza la vita con ‘ste cose strane. Ha la fissa per tutto ciò che è virtuale e il suo culo è marchiato HD da dieci anni circa. Possiede uno splendido “ferro” a carburatori 1.340: una Fat Boy "vastasa", proprio vecchia maniera. Una di quelle che ha le percussioni dentro e che quando pistona ai bassi regimi c’ha quel fottuto blues nell’acciaio e, così tanto, da sottolineare la differenza tra il fottuto vecchio e il nuovo che avanza. Jester è uno di quelli a cui i discorsi non mancano, magari si porta il cervello se stai lì a inseguire uno dei suoi tanti stracazzi di ragionamenti, ma se parla, e parla eccome, lo fa con quell’entusiasmo che è dei giovani pronti a scoparsi il mondo senza preavviso. C’ha naso e gusto, il tipo. Jester è il dubbio e la ragione. Uno che posa giusto e serio. L’occhio non è ancora veloce, ma è lesto di cranio e secondo me c’ha un secolo di buona strada davanti.

Frankie Hammer è antiquario. Tutto ciò che risulta antico per lui è vita e se all’antico s’accompagnano robe tipo magia ed esoterismo, per lui è godimento totale. Hammer è uno di quelli che, nonostante l’età (34 quest’anno, cazzo!!), ha capito come funziona “tutta la cosa”: l’ironia è il suo fattore dominante. Non appena aziona le mandibole, devi capire, e subito, se ti prende per il culo o sei dentro ad un sano ragionare, altrimenti potrebbe rapinarti le mutande, sebbene tu, fatto di vita e da tosto che credi d’essere, sia in piedi col tuo nericcio in mano. Potrebbe inventarsi, per domani, la fine del mondo e lo farebbe così bene che schizzeresti verso il primo buco di chiesa a pregare o a confessare i propri peccati, lì su due piedi, al tuo peggior nemico. Il ragazzo è sveglio, pronto e, cosa importante, riconosce un peso e un valore ad ogni tipo di parola. Hammer è il rispetto e l’onore. Il suo ferro è una splendida Night Train 1.450, del
2.000, a carburatori, nera ... un colpo di fucile al cuore, insomma.
La tornata fu veloce, il Consiglio deliberò all’unanimità. Hammer e Jester, erano SaF.
“Allora ragazzi, a nome del Presidente e del Consiglio … vi do il cazzo di benvenuto. SaF e in culo il mondo!”
“In culo. In culo!!!”.
Erano SaF, ma per i colori, sarebbe stata la strada ad emettere il giudizio finale.
“Hai visto, Leon: liscio e rapido … come le tue stronzate!”
“Fottiti Camilo … e mollami un sambuchino!”
“Claro que si, ma al giro invitiamo i nuovi fratelli …”
Avevamo voglia di volare e di credere ancora. Ithaca o no, immaginavamo il nostro immenso mare, lì a due passi dai nostri calici vibranti e dal nostro desiderio, forse infantile, di riuscire a mettere quella fottuta distanza tra i nostri errori passati e quel giovane sole nascente. Tutto sommato chiedevamo poco, in fondo erano soltanto sogni …

“Fratelli: è arrivata una notizia ansa. Se è vera, saranno cazzi! Scusatemi, non sarà il momento, ma col permesso del Presidente ve la leggo. -Vaticano, kamikaze si fa esplodere in San Pietro. Due morti, tra le guardie svizzere e decine di feriti. In quel momento officiava Benedetto XVI. Roma sconvolta. L’incolumità del Santo Padre seriamente minacciata.-“
“Porca puttana!”
“Cazzo!!”
“Minchia!”
“E ora?”
Alle parole di Hammer, al nostro tavolo fu silenzio. Ci guardammo l’un l’altro e, come in un altro rarissimo caso passato, lasciammo cadere i nostri calici sul tavolo.
“Scusate … un’altra agenzia. –Dai resti umani rinvenuti sulla scena dell’attentato, e soprattutto da un perizoma bruciacchiato, i carabinieri del RIS, prontamente intervenuti, ritengono che il kamikaze fosse Silvio Berlusconi.- “
Hammer … e la nostra voglia di sognare e di volare … di volare ancora.
We'll never walk alone!
SaF
i miei migliori complimenti per la descrizione dei due personaggi!!!!
RispondiElimina... Saf, si nasce o ci si diventa? comincia ad intrigarmi parecchio questo "gioco".
RispondiEliminaForte Vito, veramente D'IMPATTO.
Aladino
è e sarà la strada a dirlo ... sarà "lei" a dare i colori e adirti se sei e sarai un SaF.
RispondiEliminaBisogna crederci ed averlo dentro.....solo così si scopre di essere SaF.......il pres.
RispondiEliminaRandagio e per sempre..hai detto bene Ernesto..bisogna esserlo in primis, il crederci verrà da sè..
RispondiEliminaSaF
RispondiEliminaStray and Forever...Randagio e per sempre...come avevo postato prima..BsB!!!..Buona strada Brothers!!!
RispondiElimina"...ritengono che il kamikaze fosse Silvio Berlusconi".
RispondiEliminaBè, direi che ci siamo.
Vuoi vedere che vi chiederà di entrare nel Triskeles?
Porca puttana!”
“Cazzo!!”
“Minchia!”
“E ora?” :-)
la risposta giusta, non ho dubbi, la darebbe hammer, ma posso dirti che il cavaliere, aldilà dei suoi colori, non ha i requisiti per poter entrare nel Club: fidati, gli manca quel minimo di dimestichezza per governare un "ferro".
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