Perchè tanti silenzi? Perchè tanta indifferenza? "Cosa" muove dietro l'apparente immobilismo del sistema politico siciliano? Ci si chiede, a questo punto: quali interessi, quali strategie politico- mercantili agiscono tra le "nebbie"? Non voglio immaginare che anche la vicenda Satin SpA - Cnt sia una di quelle "storie" tipicamente "italiane" ... con la solita regia occulta, da una parte, e la complice squadra di menestrelli negazionisti e giustificazionisti, dall'altra. Non voglio immaginare che dietro i "silenzi colpevoli" e la "grigia indifferenza" di un intero sistema, vi siano l'ombra del solito "affaire" e l'ombra del solito "clan", tra affaristi spregiudicati e criminali senza scrupoli. E non voglio immaginare che dietro l'intera vicenda aleggi l'alito marcio di una qualche organizzazione malavitosa, lì già pronta a pianificare prospettive e bilanci.
No, non voglio proprio immaginarlo ...
Immagino, invece, le lacrime di quell'operaio, in lotta sulla Marettimo, al quale è stato appena comunicato il pignoramento della propria casa ... della propria vita.
"Per il lavoro lotteremo fino alla morte". È la frase che campeggia sul lenzuolo appeso alla fiancata della Marettimo M., la petroliera che gli operai della Cnt - Cantiere navale di Trapani occupano ormai da una settimana. Venti di loro, venerdì, sono saliti sulla nave ormeggiata all'interno del cantiere, come ultimo atto di protesta contro il licenziamento dei 59 dipendenti disposto dalla Satin Spa, società che controlla la Cnt e che gestisce il bacino, di proprietà della Regione.
La nave è una petroliera commissionata alla Satin dalla società siracusana Augusta Due, i cui lavori sono stati bloccati ad agosto per mancanza di fondi. Nei giorni scorsi, la società armatrice ha manifestato l'intenzione di trasferire la nave in un altro cantiere per completarne la costruzione. "Portando via la nave, l'Augusta Due dovrebbe versare a Satin 3 milioni di euro - spiega uno degli occupanti, Antonio Di Cola - soldi che la società userebbe per pagare la nostra mobilità.
La partenza di questa nave segnerebbe la nostra condanna a morte". Da venerdì sera i 20 operai vivono all'interno dell'imbarcazione, senza luce né acqua, dormendo per terra e correndo costantemente il rischio di infortunarsi, viste le condizioni di una nave non ancora completata. "Cerchiamo di adattarci come possiamo, ma è difficile - continua Antonio- appena tramonta il sole cala il buio completo, non c'è elettricità e il rischio di farsi male è costante. Per dormire usiamo sacchi a pelo e coperte, ci sdraiamo sul pavimento, perché le cabine sono chiuse e non possiamo entrarci".
"Andiamo avanti grazie al sostegno delle nostre famiglie - racconta Maurizio Sanacore, 40 anni di cui 18 alla Cnt - ogni giorno ci portano qualcosa da mangiare e dei bidoni d'acqua per bere e lavarci". Da terra le mogli dei 20 operai trapanesi si uniscono alla lotta, manifestando di fronte alla Questura. "Siamo sull'orlo della disperazione - si sfoga Patrizia - siamo quasi tutte famiglie monoreddito e quel reddito ormai è solo l'assegno di cassa integrazione che ci arriva ogni4 mesie tra poco ci toglieranno anche quello". "A un operaio del cantiere stanno pignorando la casa perché non può più pagare il mutuo - racconta un'altra donna - siamo sull'orlo del baratro. Se l'azienda non dovesse fare un passo indietro siamo pronte a salire anche noi sulla nave, accanto ai nostri mariti".
"Quello che fa più male è l'indifferenza di questa città - commenta dalla petroliera Enrico Culcasi, operaio di 45 anni - dalle istituzioni ai cittadini ai sindacati, per tutti siamo invisibili. Dove sono i politici? Perché non si parla di noi a Palazzo d'Orleans? La proprietà del cantiere è della Regione, che la dà in concessione a Satin da anni. Sarebbe anche interesse delle istituzioni risolvere la questione, invece continuano a ignorarci".
E ogni sera, nella calma del porto, i 20 operai compiono il loro rituale: salgono sul ponte della nave e iniziano a battere con rabbia su dei fusti metallici, per richiamare l'attenzione di una Trapani che sembra averli dimenticati.
(fonte: repubblica, 3.12.12 geraldine pedrotti)
... tutto ciò è disarmante, potrebbe capitare ad ognuno di noi, non possiamo restare con le mani in mano....FACCIAMO QUALCOSA
RispondiEliminaavevo intenzione di recare un "segno", questa domenica scorsa, ma causa febbre da cavallo ho dovuto rinviare. lo farò uno di questi giorni ... se lo senti, e so che lo senti nel cuore, caro aladino, si potrebbe fare strada insieme ... verso trapani, verso ciò che i nostri "vecchi" direbbero: fate qualsiasi cosa, ma fate sempre la cosa giusta ...
RispondiEliminaPresente.
RispondiEliminaIo ci sto...cominciamo.
sarà una goccia, ma sai una di quelle gocce che .....
RispondiElimina...che preannunciano la tempesta e che fanno traboccare il vaso
RispondiEliminaNell'oceano della nostra vita ci sara' una goccia di paradiso?Arianna
RispondiEliminaritengo di si ... e questa "causa", ritengo, è una di quelle giuste, una di quelle che è giusto condividerne il tratto insieme ...
RispondiElimina