la vita vede e rilancia ... come ogni santo di un giorno, "quella" siede al mio tavolo: nella mano destra, le sue carte e nell'altra, un cazzo di calice ripieno di torbido schifo cubano. avrà indeclinabili numeri e quelle solite piene certezze da mostrarmi e piazzarmi, ma l'ingegneria del vuoto, credetemi, è la sua specialità. "quella" allude a protezioni potenti, ma io sono un bastardo, forse più bastardo di quello che sono e lei, tirate le somme, solo un'elegante, derelitta puttana ... e io vedo e rilancio. cosa ho da perdere, esclusa la differenza tra quello che voglio e quello che sono? niente, a parte quel numero zero sparato in fondo alle catastrofi del mio fottermi ordinario. ho imparato nel tempo le dannate grammatiche degli stronzi beoni. ho addestrato il mio medio ad alzarsi col sole e a mandare a puttane ogni genere di miracolo buono. io sono uno stronzo dannato ... me la faccio con infami e baldracche e con quelle fottute perdite di tempo che al quartiere girano col fegato sfondato da debiti e cazzotti d'aceto. me la faccio con chi piscia sangue sull'accenno di sè e con chi da il culo per le sacre variabili da fottere agli altri. di notte prediligo gli archivi del vicolo cieco, il terapeutico lambrusco e la lama che taglia con onestà e sommo giudizio. di giorno lavo i denti alla dignità dei miei rimorsi, scaricando al cesso ogni tipo di buona morale intenzione: mi alzo, mi lavo e corro ad aggiudicarmi l'ordinario sbattersi quotidiano. è solo questione di tempo, soprattutto di tempi: le alchimie migliori sono state inventate anche per i ragionier monopalle e se agli angeli non è concesso un domicilio all'inferno, a me spetta quella parte di nero dove lo schifo lo pretende perfino quello standard dotato di un dio. nella mia borsa che cazzo ci trovo, a parte gli ormai senza resto o le minchiate sommate agli arrivederci ruffiani. io tiro di destro, squarto di sinistro e fotto la coscienza nella sua terra di mezzo: nessun contabile al mondo alzerebbe bilanci come gli addii che alzo io. c'ho la stoffa della gran persona per bene, ma preferisco l'anima piena di bronchi fottuti che due bronchi limpidi, lì a fotterti l'anima vuota. il bene è una questione d'abitudine, la questione del male ha pertinenze del tutto accidentali, e a voler scegliere, io scelgo il più conveniente tra gli errori che rizzano la coscienza di sotto ...
la vita vede e rilancia, concedendo ai miei involontari possessi altre griffate ossessioni ... e se ho la santa voglia, nel mio dispari testicolo, respiro, smarco e tasto il culo alle ali di un volo.
come ieri, oggi proverò a sommare casino ai miei soliti bordelli, invertendo l'ordine degli addendi all'alchimia del mio matematico scempio ... e vedremo se "quella", più tardi al tavolo, avrà fegato di rilanciare sul piatto, stronzate cazzate e rimpianti.
ma in fondo desidero crepare sullo slancio bastardo di uno che il volo lo sa.
vbz
vbz
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