il calice colpì il bordo ancora umido del suo pretendersi puttana, insinuando bisbigli, come frammenti di sangue caduti nella pietra. lasciò che il frattempo doppiasse le cicatrici appese alle pareti, ma il vigore dei chiodi, nonostante l'attutirsi del pretesto, riuscì a penetrare i tatuaggi dovuti al dolore. quasi per noia, nuda e vincibile, alluse alle chimiche migliori, invitando le dita a saziare l'ultimo quarto di coscienza aggrappato agli scaffali dell'ultimo dio da aggiornare.
nuda e vincibile, cominciò, piano, a toccarsi.
vbz
photo bryan remer
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