19 maggio, 2010

Omofobia

“Egli cercò di diventare occhi per il cieco, orecchi per il sordo e grido sulle labbra di coloro la cui lingua era stata serrata. Il suo desiderio era di essere la tromba con cui potessero arrivare al cielo le moltitudini che mai avevano avuto voce”
Oscar Wilde dal De Profundis

Soltanto 20 anni fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità toglieva l’OMOSSESSUALITA’ dall’elenco delle malattie mentali.
Scandaloso…ci verrebbe da pensare! Ma cosa è più scandaloso: stupirsi per una così grave mancanza che la società civile e istituzionale ha perpetrato per anni a milioni di persone o continuare a fare rimanere l’omosessualità una malattia?…Non mentale, d’accordo..Non fisica forse, ma morale…Un morbo che attanaglia le anime di alcuni e per il quale sembra giusto aggredire, estorcere, compiere atti di bullismo o vandalici… Uccidere.

Anche quest’anno il 17 Maggio è stata celebrata la Giornata Mondiale contro l’Omofobia e la Transfobia. La si festeggia dal 2007 in tutta l’Unione Europea. La si festeggia e la si celebra, la si ricorda e come molte delle ricorrenze in uso nel territorio dell’Unione e ancor di più sul felice suolo italico ci ricorda una sconfitta. Ricordiamo le stragi mafiose: abbiamo perso degli uomini che facevano il loro dovere senza compromessi. Ricordiamo l’olocausto: abbiamo perso 6 milioni di persone che semplicemente avevano un credo religioso. Ricordiamo i diritti dei bambini: ogni 3 secondi uno di loro muore di fame…E la lista potrebbe essere interminabile.
Celebriamo la giornata contro l’OMOFOBIA e la TRANSFOBIA: per adesso abbiamo perso la battaglia dei diritti umani e civili verso alcune persone con un orientamento sessuale. Non diverso. E poi diverso da cosa?

E abbiamo perso la possibilità di difendere molti nostri connazionali…
Riepilogo casi registrati nel report
gennaio 2008 - dicembre 2009

Omicidi: 21
Violenze ed aggressioni: 125
Estorsioni: 15
Atti di bullismo: 9
Atti vandalici: 18
(Fonte: Arcigay)

Ognuno di questi casi è do viziosamente raccolto e descritto in una sorta di rassegna stampa…
E c’è di peggio. Forse… Se al peggio può esserci un peggio. Il quotidiano francese Liberation, che ha aderito alle iniziative di quest’anno contro l’omofobia, ha editato l’inchiesta di un giornalista e fotoreporter, Philippe Castetbon, il quale iscrivendosi a diversi siti di incontri tra omosessuali ha raccolto storie e immagini provenienti da ben 78 paesi nei quali l’omosessualità nei casi migliori è punita con il carcere, nei peggiori…Con la pena capitale. La denuncia riguarda anche i maltrattamenti che si può subire anche in seguito a comportamenti sessuali, se non esplicitamente omosessuali, comunque non in linea con la morale e il profilo sessuale tradizionale, anzi naturale.
Il reportage è stato raccolto in un testo/album fotografico “Les Condamnés”.

Di paura parlano in molti nelle testimonianze raccolte da Castetbon: per l’iracheno, un uomo di 32 anni di Bagdad, “righe, pagine intere o anche libri non potrebbero descrivere l’accumularsi di decenni di paura e angoscia”. Praticamente tutti vivono di nascosto.“In Arabia Saudita si può essere gay solo in segreto” scrive un venticinquenne da Ryad. “Per condurre questa vita nascosta, ti devi sposare con una donna, perché la famiglia ti forza a farlo. Per amicizia gli uomini si tengono spesso per mano nei Paesi Arabi. Questo mi permette di camminare stringendo la mano del mio compagno e la gente non dice niente”.Anche dove la legge non è applicata, il rischio permane e arriva dalla strada. È il caso della Giamaica: “Un Paese terribile” dice Castetbon, “ci sono uccisioni di omosessuali ogni anno. E la pressione sociale è fortissima” (estratto da un articolo di Francesca Ghirardelli - Il Venerdì di Repubblica - 16 aprile 2010).

Ci hanno scritto su anche una bella risoluzione contro l’omofobia. Il parlamento europeo nel 2006 l’ha redatta ed emanata:

• “considerando che l'omofobia può essere definita come una paura e un'avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità e di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (GLBT), basata sul pregiudizio e analoga al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo e al sessismo,
• considerando i recenti eventi preoccupanti verificatisi in vari Stati membri, ampiamente segnalati dalla stampa e dalle ONG, che vanno dal divieto di tenere marce per l'orgoglio gay o per l'uguaglianza all'uso di un linguaggio incendiario, carico di odio o minaccioso da parte di esponenti politici di primo piano e capi religiosi, la mancata protezione e, addirittura, la dispersione di dimostrazioni pacifiche da parte della polizia, le manifestazioni violente di gruppi omofobi e l'introduzione di modifiche costituzionali espressamente mirate a impedire le unioni tra persone dello stesso sesso,
• e bla bla bla….in svariati punti…

CONDANNA CON FORZA OGNI DISCRIMINAZIONE FONDATA SULL'ORIENTAMENTO SESSUALE

Peccato che in Lituania ancora non si possa parlare apertamente ai minori o nelle scuole di certe tematiche “scabrose” come l’omosessualità. Che la Polonia ancora non affronti il problema… e che di fatto ancora l’Europa, come il mondo, si trovi ancora tristemente impoverito.

Dalle immagini in tv ai film, dalle pubblicità alle canzoni…

Ci terremo la nostra brava famigliola che somministra le merendine a figli biondi con occhi azzurri e sicuramente etero che vorranno intraprendere mestieri fantasiosi e possibilissimi da svariati migliaia di euro mensili…
Ci terremo i dolci ritornelli dei cantanti nostrani e stranieri che supplicano la loro amata o il loro amato (di sesso opposto) di tornare da loro, di amarli e di fare una bella famiglia insieme…vedi sopra.
Ci terremo i film da oscar e i film italiani impegnati e meno che sputtanano la famiglia tradizionale, ma fino ad un certo limite…Se si proietta Ozpetek e i protagonisti si baciano….Immancabile scappa la risatina…e un aiaaaa…che schifo!


E NO! NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!

1 commento:

  1. I numeri sono agghiaccianti…come il suono della repressione, in qualsiasi forma venga incarnata. Quelle risatine, al cinema come per strada, sono il sintomo della paura che serpeggia negli animi della gente. La stessa paura che, in Italia come in qualsiasi parte del mondo, si rintana nelle persone quando si trovano di fronte a qualcosa di diverso (da cosa poi come giustamente dici...). La nostra società si fa bella, si trucca la mattina allo specchio, con tanti bei discorsi che inneggiano alla libertà. Ma siamo fermi... proprio a causa di quella inutile paura che ti tocca le gambe. Sembra retorica, ma non lo è. Il massimo che fin'ora abbiamo raggiunto è di definire l'omosessualità una sfortuna, magari senza chiamarla malattia, per mettere la coscienza in lavatrice, insieme alle calze ed alle mutande. In un mondo libero, ognuno di noi dovrebbe tenere per mano chi diavolo vuole, dovrebbe baciare la persona che vuole accanto, per un giro di lancette, come per tutta la vita. Forse i nostri figli un giorno faranno meglio di noi, che ci troviamo ancora drammaticamente a parlare di tutto questo, come di un problema... o forse dovremmo rispettare prima noi stessi e il nostro prossimo, chiunque esso sia, vedendo, nella cosiddetta diversità, la speranza di migliorare questo scenario, che non ci vede più protagonisti. Speriamo, un giorno, di potere dare un volto a questa tanto inflazionata parola dal suono possente... un volto a questa sforacchiata libertà che tanto ostentiamo con l’eco di quelle stupide risatine per strada.
    Come dice mio padre: pensare... pensare... molto pensare!

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