
Di fianco a quella Napoli che conosciamo dalle cronache nere e nerissime, fra strisce e TG spettacolari, ce n'è un'altra meno visibile, meno turbolenta, ma certamente più viva, libera e giusta. E' la Napoli dei Napoletani onesti, della gente che lavora e fatica, dei ragazzi che sognano orizzonti migliori e politiche più giuste. E' anche la città di Daniela Villani. Napoletana. Coriacea. Fiera d'essere donna e madre... ed è il caso di dirlo a chiare lettere: fiera d'essere "Napoletana di Napoli". La storia di Daniela è una fra le tante storie di Napoli, priva d'orpelli o di una di quelle didascalie che tanto tengono banco fra gossip volgari e trovate politichesi prezzolate e infami. Una storia fra le tante, ma proprio per questo unica e singolare e degna d'essere raccontata. Daniela racconta che "sembrava una mattina come tante: il cielo era azzurro, il sole e il Vesuvio non mancavano e, sullo sfondo, il mare. Potevo godermi la vista del Golfo dalla finestra,potevo continuare a pensare a Napoli come la città più bella del mondo e che tutti i suoi problemi, i nostri problemi, potessero risolversi in una maniera semplicissima: chiudendo gli occhi e convincendoci che non esistono. E invece vedo la mia città con uno sguardo nuovo e ho sentito le "voci di dentro" urlare: Napoli è ferita! Napoli sta morendo! Mio figlio ha rappresentato la motivazione più profonda: volevo regalargli una Napoli migliore. E nata così la voglia e il desiderio di fare qualcosa di concreto per la mia città martoriata: era l'8 settembre 2008 e mi venne l'idea di fondare Riprendiamoci Napoletani. Ho subito capito di non essere sola, ho visto tanti cittadini attivi condividere all'improvviso con me questa voglia di credere nella possibilità di ripartire. Siamo diventati di più e poi sempre di più, perchè abbiamo compreso che se ci lamentiamo solamente, diveniamo parte del problema, non la soluzione. L'8 aprile ultimo scorso ho poi costituito: Riprendiamoci napoletani ONLUS, una comunità di cittadini partenopei aperti all'incontro, al dialogo, al confronto e alla condivisione perchè convinti che le differenze di opinioni siano delle opportunità di crescita, perchè per riflettere sul serio c'è bisogno di pluralità, altrimenti, più che riflettere, non facciamo altro che riordinare i nostri pregiudizi". In poche righe... la storia di Daniela. E la sua avventura continua. Il 3 luglio scorso un grande incontro pubblico: "Napoli pattumiera d'Italia? Diritti negati, opinioni a confronto e alternative possibili." Il convegno organizzato da "Riprendiamoci Napoletani ONLUS" e tenutosi presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, ha avuto il suo meritato succes
so ed ha visto una straordinaria partecipazione di pubblico e di cittadini interessati al futuro sociale e civile di una grande metropoli mediterranea. Penso che la storia di Daniela sia molto simile alla storia di quel chicco di grano apparentemente morto. Di là verrà un buon frutto. Uno di quelli capaci. Uno di quelli che lo vedi da lontano. La sua storia è una di quelle in silenzio. Senza chiasso. Lontano da stronzate tutte polistirolo e luci.fumo negli occhi. Lontano da ribalte e cazzate politico-circensi. E' una di quelle che fermentano perfette e che arrivano. Senza compromessi morali. Come una di quelle balconate nella Spaccanapoli che conosco: fra gerani e robe stese al sole mediterraneo. Si, mi piace pensarla così la storia della nostra Daniela. La storia di Napoli. E la forza di un sogno.
locandina daniela villani e foto irma vecchio

locandina daniela villani e foto irma vecchio
...riprendiamoci anche Palermo,perchè la condizione palermitana non è tanto differente da quella napoletana.
RispondiEliminaVicini col cuore,nei colori ,nel gusto,ma purtroppo anche nelle difficoltà esistenziali.
Due città che forse proprio per via di questo filo che li lega da sempre a una 'condizione meridionale' dovrebbero gemellarsi per lottare insieme .
Stefano
benvenuto caro stefano,
RispondiEliminasi riprendiamoci anche Palermo. due "isole meridionali", Napoli-Palermo, che per le loro storie di dolore, sofferenza, di secolari ingiustizie subite, ma anche per quella "intima linea di sangue", ben si somigliano. un primo passo. ascoltiamoci. uniamo gli sforzi. e come dice la nostra Daniela, cominciamo da noi.
per cominciare bisogna volerlo. e invece...spesse volte penso che non lo vogliamo e che ci meritiamo lo schifo che ci devasta e ammorba. a noi la munnizza ci identifica, se possiamo passiamo il tipo davanti che è in fila. sorpassiamo a destra perchè abbiamo il rombo potente della nostra auto o moto...andiamo in lista nei posti in.
RispondiEliminaPER ORA SIAMO SOLO PARTE DEL SOLITO GRUPPO DI FURBETTI...
october cara,
RispondiEliminami ricordo "casino totale" di j.claude izzo o come ben sai il nostro "rossodensonero". è vero: si ha la necessità di crederlo... fino in fondo... e magari a partire da ciò che all'inizio sembra solo un sogno, come il sogno di Daniela...
e mi piace ricordare, a proposito della forza di un sogno, che a breve avremo quelle solite passerelle, quei soliti giornalisti, quei soliti censori e quei soliti fottuti bugiardi. dipende da noi. ecco la forza d'impatto... ecco la semplice natura di un sogno condiviso.
RispondiEliminae benvenuto al nostro nuovo amico... benvenuto mario....
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