PROTOCOLLO NARCRON, seconda puntata.
E quello avrebbe potuto schiaffeggiarlo, umiliarlo e perfino annientarlo, ma al punto in cui era la sua dignità come la propria libertà restavano in assoluto subordine del potente prelato. In fin dei conti a gianvittorio de marchi doveva tutto e alla propria libertà, come al rispetto che si deve a se stessi, non avrebbe dato alcun peso se ad essere minacciati fossero stati invece il potere e la libertà del suo amato padrone. caduto lui, la propria esistenza avrebbe avuto il medesimo valore che attribuiva alle puttane del lungotevere, nonostante la verosimiglianza, già in atto, di quella con alcune di esse. sbattersi per il cardinale non facevano di lui il servo e la puttana insieme, ma preferiva crederlo, lo elevavano al rango dell'umile soldato al servizio dei grandi generali della storia. e poi, come non essergli grati? non fu lui a tirarlo fuori da quel più che penoso e maleodorante archivio vaticano? e non fu sempre l'amato capo a barattare con un odioso confratello uno di quei suoi passeggeri peccatucci venali che un qualunque prete di quell'età sperimanta da uomo, con uno dei propri privilegi? aldilà del passargli un cospicuo fuoribusta mensile, il cardinale gli concedeva la speranza e laddove questa non bastava a sfamare la propria complessa natura, sempre e soltanto da lui giungevano quei piccoli, salvifici poteri da esercitare fra le insidiose schiere dei confratelli gesuiti. se la devozione per il capo superava la venerazione della vita in genere, tutto era da intendersi come afflato materno... e come spesso sentenziava "è come l'amorevole istinto del Cristo per gli ultimi del mondo". talvolta si rendevano necessari alcuni atti di forza, spesso biasimevoli, ma per il padrone, se questi lo avesse ritenuto indispensabile, nell'interesse del supremo bene della chiesa, avrebbe ucciso. non è che alcune attività assolutamente immorali fossero da meno al delitto, ma il doverle compiere, per taluni scopi superiori, lo liberava da ogni tipo di legame con qualsivoglia senso di colpa. per il ricatto, ad esempio, sentiva una profonda attrazione... usarne la vile trama contro i nemici della chiesa lo eccitava a tal punto da considerare lo "strumento" come una delle benefiche armi di Dio messe a disposizione degli uomini di buona volontà per fronteggiare gli avversari del capo... non altro che gli alleati di satana. la sua sottomissione era pari al genuflettersi implorante tra i piedi del misericordioso Dio e tanto, aldilà della sua natura umana, in ogni circostanza, abbondantemente bastava. "servo di Dio? si, servendo sua eminenza il cardinale." dentro le rifrangenze dello specchio da bagno la risposta, anche se l'ovvietà non avrebbe ammesso alcuna altra plastica opzione, era la stessa da anni e anni ormai.
dal centro della piazza vibrò una colomba. per un breve attimo agitò vorticosamente le ali, alla fine dispiegando la sua essenza, volò. prima lievi cerchi, dopo enormità d'aria. non appena fu un punto fra le dissolvenze, le immagini proiettate dai giganteschi schermi ripresero a catalizzare l'attenzione della piazza. l'NS 25, il primo robot ad impulsi stratisequenziali, celebrava il suo primo anno di nascita. la pubblicità ne evocava la potenza, e la perfezione raggiunta da saperi così formidabili. le frequenze vocali sgorganti dal metallo robotico della lou. & fer. enterprice simulando funzioni cognitive di apprendimento e operazioni inferenziali, rimbombavano fra le distanze, incuneandosi perfino alle spalle delle maestose colonne. il futuro era nato. l'uomo ne era l'intendimento meno rilevante. a quel punto dell'evoluzione.
29 settembre 2008, waiblingen
"amati frati, amato cavaliere, sull'ara oggi splende radiante la parola e più che mai trepidante essa attende d'essere comunicata ormai al mondo. Michele, pienamente fiducioso, ha manifestato, per mezzo di quelle superiori vie, la volontà cosmica. quello che venne per secoli occultato, da oggi non avrà più veli, al contrario, come germoglio di luce, quel sublime vero, verrà offerto ad ogni essere pensante sulla terra, perchè la parola possa nel futuro rigenerarsi nel cuore di ogni individualità e propagarsi tra le sfere e nell'amore sgorgante dell'universo. è stato comunicato che è tempo di recare all'Uomo ciò che era dell'Uomo. le insidie si moltiplicheranno con forza poichè l'intelletualità senza amore indurrà l'oscurità ad agire l'ultima tra le disperate e orribili dispute, ma il loro conflitto non si alimenterà dal nostro sangue. come portatori di umanità,dobbiamo propagarci nel buio e dentro la pelle di quell'oscurità, per rendere ancora più luce al vivente impulso, per la nuova e solare concezione del mondo".
quel giorno, nel mondo, dai "rami" sparsi fra metropoli e piccole comunità, si levò simultaneamente un'unica e potente voce. ancora avvolti nel segreto, quei fratelli riuniti nel nome di un principio solare, comunicarono le superiori intenzioni perchè tra le popolazioni della terra, con l'innesco del proprio pensiero, emergesse quella verità connessa all'evento del Golgota, ma soprattutto perchè venissero isolate e schiantate le trame ordite da lucifero e ahrimane. uomini di buona volontà uniti nel pensiero libero dai sensi, comunicarono le verità velate giunte da quei misteriosi superiori incogniti, a tutte le luci di ogni grado,che a quell'ora di quel giorno riempivano gli spazi dei temli diffusi fra tutte le longitudini del globo.
già dall'inizio dell'anno, nei giorni precedenti la pasqua cristiana, il primo passo venne compiuto. due grandi organizzazioni universali agirono una nuova fondazione per consentire l'edificazione di un ponte per il futuro passaggio della più velata fra le confraternite. tra gli scanni, nel giorno dell'arcangelo Michele, sedevano le venerate guide rappresentanti le logge di una e dell'altra organizzazione. in ogni tempio era anche un rappresentante della rosa eletta. su di uno degli scanni, tra le colonne di settentrione del tempio phoenix di waiblingen, era padre annibale, gesuita della curia romana.
"ecco il documento santo. resterà sull'ara di questo umile e antico tempio per il vivere dei pensieri della desiderata fratria. ne custodiremo la scara essenza fin quando verranno elevate le ulteriori comunicazioni. è un enorme peso, ne riconosco la vitale importanza. venne cercata a gerusalemme, venne trovata tra i verdi ulivi della galilea, venne custodita e velata in europa da antiche anime. è tempodi osservare dentro lo sguardo dell'opinione pubblica."
quando il rappresentante della rosa eletta aprì il documento alla pagina del "fanciullo dodicenne" il tempio tedesco parve sussultare sulle proprie fondamenta. la parola che venne comunicata ai presenti, fece il giro del mondo. all'istante. quelle divinità e quella buona volontà, forse facilitarono i potenti processi del pensiero.
padre annibale mascherò, per tutto il tempo della tornata, il suo involontario livore affondando il capo e lo sguardo tra le pieghe del proprio cappuccio.
alla sera quando il documento fu restituito al forziere, lì tra le colonne guardato a vista dai tre fratelli copritori del tempio, il gesuita comunicò le ultime sconvolgenti notizie al "centurione" di roma.
"... si eminenza... si, avevate ragione. il vostro era più di un semplice timore. il documento esiste... "cronache al tempo dei due gesù", di aurelio savio. sarà difficile analizzarlo, ma ad ogni fratello è dato leggerlo a turno per una giornata intera."
"riferirò immediatamente al santo padre. le disposizioni giungeranno personalmente da benedetto."
"hic sunt leones! ordinatemi, saprò esservi fedele!"
"concupite vipera hominis!"
padre annibale nella notte non riuscì a prender sonno: lo sguardo dell'eletto della rosa sospendeva ancora sulla sua pelle.
L'INTUIZIONE
4 ottobre 2011, lago di como
sul treno lasciò che i propri pensieri originassero da quell'ondulare ferroso, sperando almeno nel disperdersi dei paesaggi oltre il vertiginoso palettare elettrificato. più dei vapori e del ridondare metallico sul suo originario intendimento, erano però la bruma e le contraddittorie dissolvenze che, sfuggendo all'erodere degli istanti, parvero moltiplicare soltanto impatti emotivi sulle rifrangenze dei vetri del treno. nonostante molteplici, volenterosi tentativi,i suoi pensieri lo obbligarono a ristabilire con se stesso l'ormai consueto devastante contatto, inferendo al presente più di un danno considerati i tumulti che rimbombavano dal passato. così lasciò perdere che gli occhi s'illudessero di spalancare sui fogli del quotidiano e tra gli orizzonti che dal treno in corsa invece avrebbe desiderato afferrare. il suo potere là era sconosciuto. ne avvertiva l'insignificante tratto negli occhi dei suoi occasionali compagni di viaggio. una coppia di anziani, aldilà del dovuto rispetto per la veste indossata, dimenticò perfino di condividere con lui quel tanto di spregevole, ipocrità umanità eclissandosi in un ristoratore riposo tra il vellutato verticalizzare del treno e l'ormai imprendibile senso di quel moto. giustificò se stesso per non cedere al ricatto della circostanza e indusse i suoi pensieri a superare quelle improbabili periferie umane sfiorando la lingua con i suoi taglienti canini. si procurò così il suo terrificante ghigno e alle sue debolezze momentanee manifestò quella bruta forza che dagli altezzosi prelati all'ultimo imbecille fra i preti al vaticano era fin troppo conosciuta. umiliandoli con un ultimo sguardo decise che fra gli occupanti occasionali e la morte più solitaria il passo avrebbe dovuto essere così breve che sarebbe stata una maledetta fortuna se li avesse sentiti ancora respirare nel corso di quella restante tratta ferrata. provocò da sè lo sdegno e su quei vecchi fece calare il più acuminato degli oblii. alla fine riprese da dove quel giorno cominciò con pervicacia ad insidiare le proprie vertigini segrete e da dove la storia cominciò ad essere la storia del mondo a causa di un uomo inchiodato sul nudo legno di una croce. tra poche ore però avrebbe incontrato quegli uomini che per quella storia, per il bene del genere umano, andavano innescando eventi, pretesti, ragioni. potenti molto più di quanto sarebbe stato umanamente possibile immaginare.
le sue gracilissime membra furono attraversate da un involontario sussulto non appena si osò pensare tra gli scanni della potente PANTA REI.
dal centro della piazza vibrò una colomba. per un breve attimo agitò vorticosamente le ali, alla fine dispiegando la sua essenza, volò. prima lievi cerchi, dopo enormità d'aria. non appena fu un punto fra le dissolvenze, le immagini proiettate dai giganteschi schermi ripresero a catalizzare l'attenzione della piazza. l'NS 25, il primo robot ad impulsi stratisequenziali, celebrava il suo primo anno di nascita. la pubblicità ne evocava la potenza, e la perfezione raggiunta da saperi così formidabili. le frequenze vocali sgorganti dal metallo robotico della lou. & fer. enterprice simulando funzioni cognitive di apprendimento e operazioni inferenziali, rimbombavano fra le distanze, incuneandosi perfino alle spalle delle maestose colonne. il futuro era nato. l'uomo ne era l'intendimento meno rilevante. a quel punto dell'evoluzione.
29 settembre 2008, waiblingen
"amati frati, amato cavaliere, sull'ara oggi splende radiante la parola e più che mai trepidante essa attende d'essere comunicata ormai al mondo. Michele, pienamente fiducioso, ha manifestato, per mezzo di quelle superiori vie, la volontà cosmica. quello che venne per secoli occultato, da oggi non avrà più veli, al contrario, come germoglio di luce, quel sublime vero, verrà offerto ad ogni essere pensante sulla terra, perchè la parola possa nel futuro rigenerarsi nel cuore di ogni individualità e propagarsi tra le sfere e nell'amore sgorgante dell'universo. è stato comunicato che è tempo di recare all'Uomo ciò che era dell'Uomo. le insidie si moltiplicheranno con forza poichè l'intelletualità senza amore indurrà l'oscurità ad agire l'ultima tra le disperate e orribili dispute, ma il loro conflitto non si alimenterà dal nostro sangue. come portatori di umanità,dobbiamo propagarci nel buio e dentro la pelle di quell'oscurità, per rendere ancora più luce al vivente impulso, per la nuova e solare concezione del mondo".
quel giorno, nel mondo, dai "rami" sparsi fra metropoli e piccole comunità, si levò simultaneamente un'unica e potente voce. ancora avvolti nel segreto, quei fratelli riuniti nel nome di un principio solare, comunicarono le superiori intenzioni perchè tra le popolazioni della terra, con l'innesco del proprio pensiero, emergesse quella verità connessa all'evento del Golgota, ma soprattutto perchè venissero isolate e schiantate le trame ordite da lucifero e ahrimane. uomini di buona volontà uniti nel pensiero libero dai sensi, comunicarono le verità velate giunte da quei misteriosi superiori incogniti, a tutte le luci di ogni grado,che a quell'ora di quel giorno riempivano gli spazi dei temli diffusi fra tutte le longitudini del globo.
già dall'inizio dell'anno, nei giorni precedenti la pasqua cristiana, il primo passo venne compiuto. due grandi organizzazioni universali agirono una nuova fondazione per consentire l'edificazione di un ponte per il futuro passaggio della più velata fra le confraternite. tra gli scanni, nel giorno dell'arcangelo Michele, sedevano le venerate guide rappresentanti le logge di una e dell'altra organizzazione. in ogni tempio era anche un rappresentante della rosa eletta. su di uno degli scanni, tra le colonne di settentrione del tempio phoenix di waiblingen, era padre annibale, gesuita della curia romana.
"ecco il documento santo. resterà sull'ara di questo umile e antico tempio per il vivere dei pensieri della desiderata fratria. ne custodiremo la scara essenza fin quando verranno elevate le ulteriori comunicazioni. è un enorme peso, ne riconosco la vitale importanza. venne cercata a gerusalemme, venne trovata tra i verdi ulivi della galilea, venne custodita e velata in europa da antiche anime. è tempodi osservare dentro lo sguardo dell'opinione pubblica."
quando il rappresentante della rosa eletta aprì il documento alla pagina del "fanciullo dodicenne" il tempio tedesco parve sussultare sulle proprie fondamenta. la parola che venne comunicata ai presenti, fece il giro del mondo. all'istante. quelle divinità e quella buona volontà, forse facilitarono i potenti processi del pensiero.
padre annibale mascherò, per tutto il tempo della tornata, il suo involontario livore affondando il capo e lo sguardo tra le pieghe del proprio cappuccio.
alla sera quando il documento fu restituito al forziere, lì tra le colonne guardato a vista dai tre fratelli copritori del tempio, il gesuita comunicò le ultime sconvolgenti notizie al "centurione" di roma.
"... si eminenza... si, avevate ragione. il vostro era più di un semplice timore. il documento esiste... "cronache al tempo dei due gesù", di aurelio savio. sarà difficile analizzarlo, ma ad ogni fratello è dato leggerlo a turno per una giornata intera."
"riferirò immediatamente al santo padre. le disposizioni giungeranno personalmente da benedetto."
"hic sunt leones! ordinatemi, saprò esservi fedele!"
"concupite vipera hominis!"
padre annibale nella notte non riuscì a prender sonno: lo sguardo dell'eletto della rosa sospendeva ancora sulla sua pelle.
L'INTUIZIONE
4 ottobre 2011, lago di como
sul treno lasciò che i propri pensieri originassero da quell'ondulare ferroso, sperando almeno nel disperdersi dei paesaggi oltre il vertiginoso palettare elettrificato. più dei vapori e del ridondare metallico sul suo originario intendimento, erano però la bruma e le contraddittorie dissolvenze che, sfuggendo all'erodere degli istanti, parvero moltiplicare soltanto impatti emotivi sulle rifrangenze dei vetri del treno. nonostante molteplici, volenterosi tentativi,i suoi pensieri lo obbligarono a ristabilire con se stesso l'ormai consueto devastante contatto, inferendo al presente più di un danno considerati i tumulti che rimbombavano dal passato. così lasciò perdere che gli occhi s'illudessero di spalancare sui fogli del quotidiano e tra gli orizzonti che dal treno in corsa invece avrebbe desiderato afferrare. il suo potere là era sconosciuto. ne avvertiva l'insignificante tratto negli occhi dei suoi occasionali compagni di viaggio. una coppia di anziani, aldilà del dovuto rispetto per la veste indossata, dimenticò perfino di condividere con lui quel tanto di spregevole, ipocrità umanità eclissandosi in un ristoratore riposo tra il vellutato verticalizzare del treno e l'ormai imprendibile senso di quel moto. giustificò se stesso per non cedere al ricatto della circostanza e indusse i suoi pensieri a superare quelle improbabili periferie umane sfiorando la lingua con i suoi taglienti canini. si procurò così il suo terrificante ghigno e alle sue debolezze momentanee manifestò quella bruta forza che dagli altezzosi prelati all'ultimo imbecille fra i preti al vaticano era fin troppo conosciuta. umiliandoli con un ultimo sguardo decise che fra gli occupanti occasionali e la morte più solitaria il passo avrebbe dovuto essere così breve che sarebbe stata una maledetta fortuna se li avesse sentiti ancora respirare nel corso di quella restante tratta ferrata. provocò da sè lo sdegno e su quei vecchi fece calare il più acuminato degli oblii. alla fine riprese da dove quel giorno cominciò con pervicacia ad insidiare le proprie vertigini segrete e da dove la storia cominciò ad essere la storia del mondo a causa di un uomo inchiodato sul nudo legno di una croce. tra poche ore però avrebbe incontrato quegli uomini che per quella storia, per il bene del genere umano, andavano innescando eventi, pretesti, ragioni. potenti molto più di quanto sarebbe stato umanamente possibile immaginare.
le sue gracilissime membra furono attraversate da un involontario sussulto non appena si osò pensare tra gli scanni della potente PANTA REI.
Nessun commento:
Posta un commento