PROLOGO MINORE
vi sono uomini che domandano di possedere il mondo. un uomo nella sua veste di adoratore impetrante la terra si rivela tale solo quando rinuncia al senso del proprio evento.
è vero che alcune anime non hanno bisogno del tocco della mia mano per esprimersi. in una forma essenziale queste non invogliano all'uso per non sciuparne la già accuratissima egoità. questo non toglie che restino anime perfettamente adatte all'uso sul campo se soltanto io volessi farlo.
che la predazione d'anime preveda in qualche misura lo scambio con altri inferiori predatori e richieda un "oggetto intonso", è forse un peccato. ne è disturbato il piacere del possesso con l'anima predata, quel possesso che si ha solo con l'arte dell'usarlo.
quello che gli conferirà col tempo un'esclusiva terrena individualità e che è quasi preteso dalle anime di questa umanità.
ogni anno parto da una circostanza fortuita, da un disegno sommamente evoluto, ai quali aggiungo un'infiorescente serie di pretesti che generano fra el molteplicità umane un'anima nuova, immediatamente predabile e ragionevolmente utilizzabile.
io lo faccio da millenni.
la grande varietà delle brame avidamente inseguite dagli uomini ha fortemente influenzato il mondo della produzione umana.
le nuove forme umane non sono solo accattivanti, ma rispondono a precisi criteri di utilità, che io riscontro in ogni minuscolo dettaglio e che non inficiano mai l'estetica... e il mio più che apprezzabile buon gusto.
come del resto si addice ad un buon prodotto che rappresenta la sintesi di molti millenni d'evoluzione. il più antico utensile da me usato sta giungendo a perfezione. ecco, io me ne compiaccio. ecco, io avrò il mondo.
la merce che offro al mio esclusivo cliente, che pure paga un prezzo generoso, ha la possibilità d'essere regolata. la regolazione la fanno loro che hanno bramato quella e non quell'altra vita in particolare e sanno che cosa avevano in mente all'atto della realizzazione. essi sono liberi... di pensarlo, di sentirlo e di volerlo.
un'anima non perfettamente regolabile, incidentalmente, non è affatto una semplificazione rispetto ad una coscienza che si possa svuotare o annientare: Io ho Tempo.
richiede somma avisità, orgoglio smisurato, cieca ira, egoismo sfrenato e sublime invidia e sempre uguali ed in particolar modo esige una ribattitura dell'anima eseguita con la medesima pressione su tutti i dettagli dell'umano prodotto.
questo consente d'avere una distribuzione equa degli eventi con cui la coscienza regolata diventa un'estensione dell'io tentato naturale come l'anima posseduta.
materialismo, sapere scientifico, pensiero immanente ed edonismo intellettuale sono materie di mia assoluta pertinenza. aldilà di queste, talune inferenze mi risultano grevi e alquanto irrilevanti. qualcheduna divinità provoca solo perdita di tempo.
l'evoluzione, rispetto ai due secoli passati, è immediatamente percepibile.
sono fiero di me stesso. sono orgoglioso del momndo chè del mio principio ne ha recuperato e sublimato il senso.
l'uomo era un oggetto nel cui disegno originario non c'era nulla di banale o scontato, buon esempio di come l'evoluzione della specie abbia portato a risultati impensabili e senza precedenti.
visto dalla mia particolare ed eterna prospettiva oggi l'uomo sembrerebbe perfetto.
20 giugno 2011, waiblingen
il corpo penzolava dal cielo d'ardesia della cella numero 7.
annibale tristani, livido, appeso per il collo all'anello della catena, oscillava da una parte all'altra di un'invisibile verticale, come se un soffio ne sospingesse i ricordi, ma anche, e più decisamente, i pensieri più segreti. completamente nudo, legata con un giro di corda al petto una copia della Bibbia spalancava sul Prologo di Giovanni.
sul dorso della mano sinistra un numero a tre cifre, tracciato con un pennarello rosso, solcava la pelle: "357"; sul dorso sinistro il segno "per" e il numero "due" a fianco,marcati col medesimo inchiostro, ma con più evidente forza, sospendevano al disopra delle forti nocche. per tutta la lunghezza del piatto ventre, il sangue coagulato per alcune ferite probabilmente autoinferte, riproduceva una frase apparentemente priva di senso: amor latrona in nomine christi.
357 x 2 amor latrona in nomine christi.
negli occhi sbarrati rifletteva il senso della vergogna che propagandosi fra i confini della cella culminava addosso il ticchettio dell'orologio a parete. aldilà di quelle visibili superfici sospendevano "però" perennità intangibili neppure lonatanamente contaminate dai vincoli e dai criteri dell'esperienza. nella stanza era la morte. il suo letifero odore rimbombava da quel vetro di "occhi" lasciando all'ombra soltanto impotenti e fragili spazi. il tempo là mieteva indeclinabili distanze perchè potesse frammentarsi all'infinito anche il più vivido dei ricordi. soltanto da quella frase, là appesa alla freddezza della carne, inutile e silente, generava una potente eco. poi dilagava il silenzio... vibrante come i riflessi sgorganti dal Prologo dell'Uomo. tutto ciò era visibile nell'aria fra le vite abitate da quell'umanità penzolante e gli orizzonti prossimi. in quel pulsare di smarrite scie era il riprodursi degli effetti che per la storia di quell'anima elevarono al pensare dell'universo tanti nodi quante furono le colpe dell'eludere.
era l'odore della morte... che dal silenzio di quel corpo, a prima vista svuotato da ogni segno vitale, cercava l'ennesima via per gemmare un'ulteriore ordito. le "sue vite" erano nell'aria sebbene invisibili agli occhi dell'esperienza.
31 maggio 2011, roma
"comprenderete che se giungesse almondo... tutto... tutto tremerebbe; dalle fondamenta al nostro santo apogeo. il timore più grande è che il documento possa giungere fra le mani del Santo Padre... Questa è la circostanza attesa da Joannes e dai suoi della curia. da anni ormai li teniamo sotto controllo e con enormi difficoltà. ma credetemi, più ne trascorrerà di tempo e più complessa risulterà l'operazione; tutto potrebbe sfuggirci e ogni singolo sforzo fin qui compiuto si rivelerebbe vano. sappiamo che il documento, tra mille artifizi, passa continuamente di mano in mano, tra i fratelli della confraternita, da un santuario all'altro... dalla germania all'italia. dal nostro fidato annibale sappiamo con certezza che il documento in questi giorni viaggia dalla svizzera all'italia, verso la sicilia. la meta finale dovrebbe essere a sud di un piccolo centro marinaro e non lontano dall'abitato sorge proprio uno di quei lro odiosi santuari: olmo di primacroce. alcuni dei nostri sono là, già sul posto. in attesa. eccellenza, perdonerete la mia tracotanza, ma se il nostro resoconto verrà suffragato dall'abate firenne, il comando dovrà giungere ai nostri... e senza indugio. certo... verrà versato del sangue, ma una volta distrutto il documento, eviteremo una tempesta di dimensioni globali. la dottrina della chiesa e i suoi sacri dogmi vanno difesi: come va protetta l'origine va salvaguardato l'orizzonte."
il potente cardinale ascoltava. i suoi occhi con le sue mani sembrava avessero fatto un patto. quasi immobile,livido, austero, imperscrutabile. respirava lentamente, come se ad ogni respiro intendesse connettere un pensiero profondo. il pesante collare e l'anello rifulgevano al sole. la croce sul talare risplendeva sul pulsare di quelle intangibili emozioni.
il caffè leone, ai piedi del colonnatodel pantheon, con i suoi ombrelloni spalancati sul diradare della piazzola, inferiva ridenti e svolazzanti sensazioni alle colorazioni tipiche della stagione. il fumigare disordinato dei turisti ai tavoli sembrava percuotere l'onda degli aromi e degli effluvi romani, così tanto da indebolire la suggestiva emozione appena vissuta per la visione del tempio romano là ormai quasi nicchiante alle spalle. il ricordo del passato rifrangeva sul fondo della tazze da cappuccino. quel giorno era uno di quei soliti assolati giorni di fine maggio, nel solito convergere delle ore tra le più affollate e ammirate piazze della capitale. l'ignara umanità da una parte, il potente cardinale, presidente del tribunale ecclesiastico, dall'altra. il caffè leone ai bordi della piazzola, il destino del mondo a poche decine di metri.
il documento e le impressionanti verità in esso contenute gli predavano il sonno da due lunghissimi anni ormai. soprattutto erano la presunta autenticità e la meticolosa stima del documento a devastargli quella placida, univoca visione del mondo che fino ad allora aveva contribuito a sostenere la sua potente, terrena esistenza. padre annibale, del resto, inviò a lui in persona il segreto verbale.
scritto nel 40 d.c., il documento fu esaminato, vivisezionato, passato alle più severe scremature scientifiche. ogni singola parola, ogni passaggio, la totalità dei nessi logici, la concatenazione storica degli eventi, il realismo quasi ossessivo della cronaca... tutto provava che il documento fossevero e probante e storicamente più che attendibile, aldilà di ogni ragionevole dubbio. il kit utilizzato da padre annibale, infiltratosi tre anni or sono tra le schiere della confraternita, provò l'autenticità dell'incredibile manoscritto. il test fisico-chimico e le procedure euristiche determinarono con esatezza sia l'età della filigrana che le caratteristiche del composto liquido che venne utilizzato per scrivere, ma soprattutto si rinvennero le fonti statistiche e le ricerche storiografiche del tempo e di cui aurelio savio, il censore romano vissuto tra il 10 a.c. e il 60 d.c., si servì per stendere su quei papiri le "cronache al tempo dei due gesù". duecentocinquanta fogli, una decina di impressionanti dettagli, cinque eventi di una sconvolgente portata avrebbero potuto modificare il corso della storia. l'evento cosmico,le due genealogie, la natanica e la salomonica, la nascita dei due gesù, la vita delle due "famiglie originarie", la morte del gesù salomonico, il segreto occulto del fanciullo natanico interrogato al tempio, la famiglkia adottiva del gesù natandocumento ico, la vita dell'autore di "giovanni", l'amato discepolo, l'"iniziazione" di lazzaro e la vita iniziatica degli apostoli e in appendice il mistero della Croce, il Sangue, l'Io Sono e l'evento del Golgota, e cioè quel "principio" che l'umanità da quel giorno, e non solo da quello, definì il principio Cristo, il sublime Ente Solare incorporatosi fin dalla morte di uno dei due fanciulli lentamente nel natanico gesù. in altre parole la bibbia, alla luce dello straordinario documento doveva essere riletta e a partire proprio dalle genealogie dei due gesù peraltro incredibilmente giàcontenute il luca e matteo. un disastro ontologico... il collasso del primo santo arbitrio dell'umanità. il destino delmondo in quelle duecentocinquanta pagine e in un comando da dover dare.
"eccellenza, è tempo che si prenda satana per corna. ne converrete, ma il santo padre non aspettava altro che questa di occasione. il documento, se varcherà le soglie del vaticano, darà forza ai suoi irragionevoli, ridicoli e folloi disegni... immaginate le folle, le grandi masse, le nuove generazioni... la fede crollerebbe, il primato della santa chiesa imploderebbe, i sogni di eterna salvezza si trasformerebbero in incubi desolanti e ogni uomo pretenderebbe d'essere uomo e divinità insiemme... "
Andrea allentò il clergyman, l'ingrossarsi del sangue impediva la voce più del sudore che gli colava, ormai incontenibile, dalla fronte a quel sottilissimo rigo di bocca. più d'ogni altra cosa al mondo in quel momento la sua dubbia identità confessionale dipendeva dal suo adorato capo.
fine prima puntata. stralci da "procollo narcron", di vitobenicio zingales
ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.
vi sono uomini che domandano di possedere il mondo. un uomo nella sua veste di adoratore impetrante la terra si rivela tale solo quando rinuncia al senso del proprio evento.
è vero che alcune anime non hanno bisogno del tocco della mia mano per esprimersi. in una forma essenziale queste non invogliano all'uso per non sciuparne la già accuratissima egoità. questo non toglie che restino anime perfettamente adatte all'uso sul campo se soltanto io volessi farlo.
che la predazione d'anime preveda in qualche misura lo scambio con altri inferiori predatori e richieda un "oggetto intonso", è forse un peccato. ne è disturbato il piacere del possesso con l'anima predata, quel possesso che si ha solo con l'arte dell'usarlo.
quello che gli conferirà col tempo un'esclusiva terrena individualità e che è quasi preteso dalle anime di questa umanità.
ogni anno parto da una circostanza fortuita, da un disegno sommamente evoluto, ai quali aggiungo un'infiorescente serie di pretesti che generano fra el molteplicità umane un'anima nuova, immediatamente predabile e ragionevolmente utilizzabile.
io lo faccio da millenni.
la grande varietà delle brame avidamente inseguite dagli uomini ha fortemente influenzato il mondo della produzione umana.
le nuove forme umane non sono solo accattivanti, ma rispondono a precisi criteri di utilità, che io riscontro in ogni minuscolo dettaglio e che non inficiano mai l'estetica... e il mio più che apprezzabile buon gusto.
come del resto si addice ad un buon prodotto che rappresenta la sintesi di molti millenni d'evoluzione. il più antico utensile da me usato sta giungendo a perfezione. ecco, io me ne compiaccio. ecco, io avrò il mondo.
la merce che offro al mio esclusivo cliente, che pure paga un prezzo generoso, ha la possibilità d'essere regolata. la regolazione la fanno loro che hanno bramato quella e non quell'altra vita in particolare e sanno che cosa avevano in mente all'atto della realizzazione. essi sono liberi... di pensarlo, di sentirlo e di volerlo.
un'anima non perfettamente regolabile, incidentalmente, non è affatto una semplificazione rispetto ad una coscienza che si possa svuotare o annientare: Io ho Tempo.
richiede somma avisità, orgoglio smisurato, cieca ira, egoismo sfrenato e sublime invidia e sempre uguali ed in particolar modo esige una ribattitura dell'anima eseguita con la medesima pressione su tutti i dettagli dell'umano prodotto.
questo consente d'avere una distribuzione equa degli eventi con cui la coscienza regolata diventa un'estensione dell'io tentato naturale come l'anima posseduta.
materialismo, sapere scientifico, pensiero immanente ed edonismo intellettuale sono materie di mia assoluta pertinenza. aldilà di queste, talune inferenze mi risultano grevi e alquanto irrilevanti. qualcheduna divinità provoca solo perdita di tempo.
l'evoluzione, rispetto ai due secoli passati, è immediatamente percepibile.
sono fiero di me stesso. sono orgoglioso del momndo chè del mio principio ne ha recuperato e sublimato il senso.
l'uomo era un oggetto nel cui disegno originario non c'era nulla di banale o scontato, buon esempio di come l'evoluzione della specie abbia portato a risultati impensabili e senza precedenti.
visto dalla mia particolare ed eterna prospettiva oggi l'uomo sembrerebbe perfetto.
20 giugno 2011, waiblingen
il corpo penzolava dal cielo d'ardesia della cella numero 7.
annibale tristani, livido, appeso per il collo all'anello della catena, oscillava da una parte all'altra di un'invisibile verticale, come se un soffio ne sospingesse i ricordi, ma anche, e più decisamente, i pensieri più segreti. completamente nudo, legata con un giro di corda al petto una copia della Bibbia spalancava sul Prologo di Giovanni.
sul dorso della mano sinistra un numero a tre cifre, tracciato con un pennarello rosso, solcava la pelle: "357"; sul dorso sinistro il segno "per" e il numero "due" a fianco,marcati col medesimo inchiostro, ma con più evidente forza, sospendevano al disopra delle forti nocche. per tutta la lunghezza del piatto ventre, il sangue coagulato per alcune ferite probabilmente autoinferte, riproduceva una frase apparentemente priva di senso: amor latrona in nomine christi.
357 x 2 amor latrona in nomine christi.
negli occhi sbarrati rifletteva il senso della vergogna che propagandosi fra i confini della cella culminava addosso il ticchettio dell'orologio a parete. aldilà di quelle visibili superfici sospendevano "però" perennità intangibili neppure lonatanamente contaminate dai vincoli e dai criteri dell'esperienza. nella stanza era la morte. il suo letifero odore rimbombava da quel vetro di "occhi" lasciando all'ombra soltanto impotenti e fragili spazi. il tempo là mieteva indeclinabili distanze perchè potesse frammentarsi all'infinito anche il più vivido dei ricordi. soltanto da quella frase, là appesa alla freddezza della carne, inutile e silente, generava una potente eco. poi dilagava il silenzio... vibrante come i riflessi sgorganti dal Prologo dell'Uomo. tutto ciò era visibile nell'aria fra le vite abitate da quell'umanità penzolante e gli orizzonti prossimi. in quel pulsare di smarrite scie era il riprodursi degli effetti che per la storia di quell'anima elevarono al pensare dell'universo tanti nodi quante furono le colpe dell'eludere.
era l'odore della morte... che dal silenzio di quel corpo, a prima vista svuotato da ogni segno vitale, cercava l'ennesima via per gemmare un'ulteriore ordito. le "sue vite" erano nell'aria sebbene invisibili agli occhi dell'esperienza.
31 maggio 2011, roma
"comprenderete che se giungesse almondo... tutto... tutto tremerebbe; dalle fondamenta al nostro santo apogeo. il timore più grande è che il documento possa giungere fra le mani del Santo Padre... Questa è la circostanza attesa da Joannes e dai suoi della curia. da anni ormai li teniamo sotto controllo e con enormi difficoltà. ma credetemi, più ne trascorrerà di tempo e più complessa risulterà l'operazione; tutto potrebbe sfuggirci e ogni singolo sforzo fin qui compiuto si rivelerebbe vano. sappiamo che il documento, tra mille artifizi, passa continuamente di mano in mano, tra i fratelli della confraternita, da un santuario all'altro... dalla germania all'italia. dal nostro fidato annibale sappiamo con certezza che il documento in questi giorni viaggia dalla svizzera all'italia, verso la sicilia. la meta finale dovrebbe essere a sud di un piccolo centro marinaro e non lontano dall'abitato sorge proprio uno di quei lro odiosi santuari: olmo di primacroce. alcuni dei nostri sono là, già sul posto. in attesa. eccellenza, perdonerete la mia tracotanza, ma se il nostro resoconto verrà suffragato dall'abate firenne, il comando dovrà giungere ai nostri... e senza indugio. certo... verrà versato del sangue, ma una volta distrutto il documento, eviteremo una tempesta di dimensioni globali. la dottrina della chiesa e i suoi sacri dogmi vanno difesi: come va protetta l'origine va salvaguardato l'orizzonte."
il potente cardinale ascoltava. i suoi occhi con le sue mani sembrava avessero fatto un patto. quasi immobile,livido, austero, imperscrutabile. respirava lentamente, come se ad ogni respiro intendesse connettere un pensiero profondo. il pesante collare e l'anello rifulgevano al sole. la croce sul talare risplendeva sul pulsare di quelle intangibili emozioni.
il caffè leone, ai piedi del colonnatodel pantheon, con i suoi ombrelloni spalancati sul diradare della piazzola, inferiva ridenti e svolazzanti sensazioni alle colorazioni tipiche della stagione. il fumigare disordinato dei turisti ai tavoli sembrava percuotere l'onda degli aromi e degli effluvi romani, così tanto da indebolire la suggestiva emozione appena vissuta per la visione del tempio romano là ormai quasi nicchiante alle spalle. il ricordo del passato rifrangeva sul fondo della tazze da cappuccino. quel giorno era uno di quei soliti assolati giorni di fine maggio, nel solito convergere delle ore tra le più affollate e ammirate piazze della capitale. l'ignara umanità da una parte, il potente cardinale, presidente del tribunale ecclesiastico, dall'altra. il caffè leone ai bordi della piazzola, il destino del mondo a poche decine di metri.
il documento e le impressionanti verità in esso contenute gli predavano il sonno da due lunghissimi anni ormai. soprattutto erano la presunta autenticità e la meticolosa stima del documento a devastargli quella placida, univoca visione del mondo che fino ad allora aveva contribuito a sostenere la sua potente, terrena esistenza. padre annibale, del resto, inviò a lui in persona il segreto verbale.
scritto nel 40 d.c., il documento fu esaminato, vivisezionato, passato alle più severe scremature scientifiche. ogni singola parola, ogni passaggio, la totalità dei nessi logici, la concatenazione storica degli eventi, il realismo quasi ossessivo della cronaca... tutto provava che il documento fossevero e probante e storicamente più che attendibile, aldilà di ogni ragionevole dubbio. il kit utilizzato da padre annibale, infiltratosi tre anni or sono tra le schiere della confraternita, provò l'autenticità dell'incredibile manoscritto. il test fisico-chimico e le procedure euristiche determinarono con esatezza sia l'età della filigrana che le caratteristiche del composto liquido che venne utilizzato per scrivere, ma soprattutto si rinvennero le fonti statistiche e le ricerche storiografiche del tempo e di cui aurelio savio, il censore romano vissuto tra il 10 a.c. e il 60 d.c., si servì per stendere su quei papiri le "cronache al tempo dei due gesù". duecentocinquanta fogli, una decina di impressionanti dettagli, cinque eventi di una sconvolgente portata avrebbero potuto modificare il corso della storia. l'evento cosmico,le due genealogie, la natanica e la salomonica, la nascita dei due gesù, la vita delle due "famiglie originarie", la morte del gesù salomonico, il segreto occulto del fanciullo natanico interrogato al tempio, la famiglkia adottiva del gesù natandocumento ico, la vita dell'autore di "giovanni", l'amato discepolo, l'"iniziazione" di lazzaro e la vita iniziatica degli apostoli e in appendice il mistero della Croce, il Sangue, l'Io Sono e l'evento del Golgota, e cioè quel "principio" che l'umanità da quel giorno, e non solo da quello, definì il principio Cristo, il sublime Ente Solare incorporatosi fin dalla morte di uno dei due fanciulli lentamente nel natanico gesù. in altre parole la bibbia, alla luce dello straordinario documento doveva essere riletta e a partire proprio dalle genealogie dei due gesù peraltro incredibilmente giàcontenute il luca e matteo. un disastro ontologico... il collasso del primo santo arbitrio dell'umanità. il destino delmondo in quelle duecentocinquanta pagine e in un comando da dover dare.
"eccellenza, è tempo che si prenda satana per corna. ne converrete, ma il santo padre non aspettava altro che questa di occasione. il documento, se varcherà le soglie del vaticano, darà forza ai suoi irragionevoli, ridicoli e folloi disegni... immaginate le folle, le grandi masse, le nuove generazioni... la fede crollerebbe, il primato della santa chiesa imploderebbe, i sogni di eterna salvezza si trasformerebbero in incubi desolanti e ogni uomo pretenderebbe d'essere uomo e divinità insiemme... "
Andrea allentò il clergyman, l'ingrossarsi del sangue impediva la voce più del sudore che gli colava, ormai incontenibile, dalla fronte a quel sottilissimo rigo di bocca. più d'ogni altra cosa al mondo in quel momento la sua dubbia identità confessionale dipendeva dal suo adorato capo.
fine prima puntata. stralci da "procollo narcron", di vitobenicio zingales
ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.
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