09 ottobre, 2009

SCENARI DI GUERRA. STRAGE BORSELLINO. SCENARI DI STATO.


SCENARI DI GUERRA. STRAGE BORSELLINO. SCENARI DI STATO, di vitobenicio zingales.
Nella "sporca faccenda" il "caso" presentava dei problemi peculiari rispetto alle "solite faccende" di cui bisognava assolutamente tenere conto nell'attività info-investigativa. uno dei problemi principali riguardava la valutazione della cosiddetta "reciprocità letale", cioè l'inquadramento nel suo significato reale di ogni elemento isolato fra gli scenari criminali, di cosa abbia potuto collegare vittima, carnefici materiali e carnefici occulti, del "motivo vero" per cui l'"associazione dei soggetti" (la chiamerò così) abbia ucciso proprio quella vittima e non un'altra, le modalità, lo stile e i mezzi dell'attività predatoria, degli appostamenti e dell'azione ideativa ed esecutiva, della strategia complessiva e gli scenari coperti, per collegarlo, correrarlo e interpretarlo in base all'analisi degli elementi riscontrabili. le risorse necessarie per la risoluzione della "sporca faccenda" comprendevano la conoscenza e la padronanza del territorio, l'accesso a tutte le banche dati, l'accesso ai "quadrati decisionali" del tempo, quelli consolidati e quelli in via di energico consolidamento, la possibilità dell'analisi immediata dei dati incrociati, la determinazione a non limitare alcun problema e nessun scenario, la mobilitazione di una task force parlamentare e di una task force di controllo, la realizzazione, vista l'impossibilità a gestire, governare, controllare l'attività complessiva, della creazione di scenari virtuali e simulati dove verificare le ipotesi.

l'investigazione della "sporca faccenda" comportava numerosi problemi per chi se ne doveva occupare, problemi aggravati dalla necessità di collaborazione fra agenzie di controllo diverse perchè l'"associazione dei soggetti" si spostava fra scenari ombra nel coordinare le diverse strategie criminali e di assalto al potere.
l'investigazione presentava delle problematiche comuni:

  • combattere e tentare di ridurre la "cecità da collegamento".


  • impostare pubblicamente l'investigazione.


  • coordinare le azioni e le funzioni investigative.


  • gestire notevoli quantità d'informazioni investigative.


  • contenere la pressione pubblica e limitare il contenuto oppositivo delle relazioni con i mezzi d'informazione.


  • conoscere, comprendere le varie "strategie coperte" per capire le varie ramificazioni dell'indagine e selezionare i metodi appropriati per identificare l'"associazione dei soggetti".

 il problema principale è stato senz'altro la cecità da collegamento, cioè l'incapacità di "vedere" l'esistenza di uno stesso progetto strategico ed esecutivo nella "sporca faccenda" e la "voluta" (comandata) mancanza di una corretta comunicazione fra le diverse "agenzie di controllo". è accaduto infatti che le agenzie di controllo, deputate a far luce sull'intreccio criminoso, non sono riuscite ad analizzare nella giusta ottica le informazioni raccolte dal 22,23,24 maggio al 18 luglio 1992, dal 19 luglio 1992 al 31 gennaio 1993. la cecità da collegamento è stata la difficoltà principale che ha impedito di affrontare adeguatamente e tempestivamente l'affaire borsellino, mentre sarebbe stato di fondamentale importanza riuscire ad identificare il "pattern" esecutivo dell'"associazione dei soggetti" dato che all'inizio il neonato sistema era ancora in fase di sperimentazione e quindi era più facile che potesse commettere degli errori e lasciare indizi fra gli scenari criminali. vennero create invece ad arte talune zone grigie per consentire al sistema l'impermeabilità e l'invisibilità.

per produrre un "profilo" efficace per le indagini era indispensabile considerare diversi elementi specifici della strage, in particolare di quello con una specifica connotazione politica.
  •  valutazione degli "scenari coperti". 

  • individuazione del "percorso del crimine". 

  • il cammino e il destino della vittima se non fosse stata eliminata. 

  • lo scenario politico del tempo e le intese fra i potenti e antichi livelli istituzionali e i macro-sistemi emergenti. 

  • i referenti esterni a cosa nostra e le modalità di entrata in contatto. 

  • la quota esecutiva (modalità e mezzi stragisti) 

  • la valutazione politica dell'aggressione.

il profilo avrebbe potuto essere definito in diversi modi. le varie definizioni avrebbero sotteso però un concetto comune: l'"associazione dei soggetti" (l'offender) durante la perpetrazione della "sporca faccenda" esibiva modelli di compotamento; l'individuazione e lo studio di questo modello avrebbe permesso di inferire alcune caratteristiche degli "autori occulti". pertanto, un'adeguata interpretazione degli "scenari coperti" avrebbe potuto indicare il tipo di "associazione" che ordinò, coordinò ed avallò il disegno stragista.


in tale prospettiva la task force parlamentare (e l'unità di controllo su essa) avrebbe fornito il proprio supporto all'investigazione rispondendo a tre domande:

1) cosa è accaduto nel panorama socio-politico giorni, settimane, mesi prima della strage?
2)chi avrebbe giovato la "sporca faccenda"?
3)quali erano (e sono) le più probabili caratteristiche di personalità dell'individuo al comando dell'"associazione dei soggetti"?

è impotante sottolineare che le risposte fornite ai tre quesiti non sarebbero state in grado automaticamente di chiudere il caso: l'adeguata interpretazione non risolve i casi, ma sarebbe stato uno strumento utile per sviluppare strategie, assistere l'investigatore nella gestione delle informazioni e nel miglioramento della comprensione di quelle "certe anomalie" che qui elenco:

-carabinieri e strategie coperte.
-prefettura palermo.
-trattative segrete.
-riservate cc a di pietro antonio e borsellino paolo.
-borsa-agenda appuntamenti "19 luglio".
-ciancimino vito, dell'utri marcello.
-craxi e tangentopoli.
-forza italia.
-parisi, de gennaro.
-superprocura antimafia.
-commissione parlamentare antimafia.
-mancino nicola, scotti luigi e martelli claudio.
-ros e servizi.
-via bernini.

bastava individuare e interpretare gli intrecci e quindi collegare nomi, atti, fatti, procedure e sistemi per fare un primo passo. fu fatto?

il principale obiettivo dell'interpretazione sarebbe stato di fornire agli investigatori informazioni specifiche all'identificazione e alla cattura dei membri dell'"associazione dei soggetti".

la sua finalità dichiarata sarebbe stata quindi di ridurre la rosa dei sospetti mantenendo all'interno della rosa solo gli individui con caratteristiche specifiche. la prima che viene in mente è in ordine alla variabile potere politico-potere economico. per arrivare a tutto ciò sarebbe stata necessaria solo una ferma volontà politica. ma questa non giunse, anzi ci si preoccupò al contrario di creare non poche miscele depistanti e raffinatamente criminali.

la "sporca faccenda" è stato un evento paradossalmente "semplice" e per questo mostruosamente raffinato.

a partire dalla prima fase.
nella prima fase d'attività info-investigativa vennero volutamente immesse alcune informazioni che diedero adito a pregiudizi al solo scopo di inficiare l'intero processo. provenzano bernardo e riina salvatore furono i primi in put immessi.

nella seconda fase, organizzate le informazioni raccolte in base agli in put canalizzati, ci si allontanò dalla pista principale per giungere all'interpretazione adeguata:
  • quale era il movente primario alla base dell'atto criminale? 

  • quale era il livello di rischio sociale e politico cui era soggetto la vittima?


  • quale era il livello di rischio corso dall'"associazione dei soggetti" per portare a termine il disegno complessivo?


  • quale era l'esatta sequenza degli atti compiuti dalla vittima prima dell'aggressione?


  • quale era l'esatta sequenza degli atti compiuti dall'"associazione dei soggetti" prima, durante e dopo il disegno stragista?


  • da quanto tempo l'"associazione dei soggetti" maturava l'elaborazione del disegno?


  • esistevano elementi che rimandavano ad una ipotesi di "staging"(messa in scena)?

a questo punto la task force avrebbe tentato di ricostruire il comportamento dell'"associazione dei soggetti" prestando particolare attenzione all'interazione tra questa e borsellino. in questa fase sarebbero entrate in gioco alcune regole generali come ad esempio:

-alcuni omicidi eccellenti (on.lima, ad esempio)
-falcone giovanni.
-rimpasti politici e giudiziari (il declino della vetusta dc e l'ascesa al potere di altre forze politiche).
-reinscenamenti politici.
ma tutto ciò non venne fatto.
e la strage si trasformò in una sporca faccenda ed alcuni elementi rimandarono ad un'ipotesi raffinata, tutta italiana, di "undoing" (tentativo di ridurre l'impatto emozionale del delitto): provenzano bernardo e riina salvatore.
da uno scenario di guerra ad uno "scenario di stato".

lo sporco affare: paolo borsellino, un italiano per bene.

1 commento:

  1. 18 ottobre 2009, rai 3, piero grasso: "le trattavie ci furono. risultarono strumentali a far capire a cosa nostra la forza e l'irremovibilità dello Stato. dall'omicidio lima al fallito attentato dello stadio olimpico in roma c'è un solo filo."
    mi chiedo: quale filo? soprattutto quali mani e quali menti ne hanno detenuto e ne detengono il potere di manovrarlo?

    RispondiElimina

Archivio blog

Cerca nel blog