14 dicembre, 2009

L’uomo nero di Sergio Rubini

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Perchè la Carmen?
Perchè questo film trabocca di lirismo e di sano melodramma.
Un affresco dai toni giallo oro di una Puglia assolata ancora percorsa da treni a vapore (ne siamo sicuri?).
Una piazza assolata come uno dei quadri De Chirico. Piazza e scena ad avvolgere i protagonisti. Un padre, una mamma italiana, un figlio e uno zio scapolone a carico.
Una famiglia.
Non ci sono tumulti improvvisi nè colpi di teatro, si procede a passi moderati verso e dentro un racconto che sento mio. Mi è familiare.
Non solo per gli accenti sudisti. Ma per la bella novella che Rubini ci conta dall’inizio e che ci commuove alla fine. Non si dovrebbero mai rubare i sogni.
L’unica nostra rugiada sono proprio i sogni.
E alla fine la crudele invidia e la piccolezza di uno sfondo di paesani titolati e laureati non riescono a scalfire con la loro grossolanità la rarefatta magia di chi crede nel proprio piccolo sogno.
In che modo però il pittore capostazione, capofamiglia, riuscirà ad averla vinta sui suoi detrattori…è  tutto da scoprire!!!
Il lento incedere della Callas…inizia a diventare impetuso.
E alla fine il trionfo della melodia…e la fine del film.
elisabetta costantino

1 commento:

  1. Bel pezzo davvero!
    Il film è godibile dall'inizio alla fine e la storia riesce a rinfrescarti già dalle prime scene. Belli i colori e suoni del sud, i volti dei protagonisti e la magia di una generazione troppo lenta per le nostre coscienze telematiche.
    Andatelo a vedere!

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