21 luglio, 2010

Da mezzanotte a Zero booktrailer. Intervista al nostro direttore della fotografia: Pietro Vaglica

Intervista. Forse troppo pretenzioso chiamarla così. Meglio dire: chiacchere semiserie con Pietro Vaglica, direttore della fotografia,  professionista, lavoratore instancabile, ma soprattutto CALABRONE!
Perchè? Leggete per scoprirlo!

1. Pietro Vaglica, su you tube sei stato contaggiato e hai contaggiato con il video-virus “Io non posso”: quando è stata l’ultima volta che ha detto o dovuto dire “io non posso”?
Per mia fortuna ho dei buoni anticorpi e difficilmente vengo contagiato dai video-virus, solo una volta sono stato contagiato dall'EsperiMentos, ma dopo le dovute cure sono del tutto guarito.. poi un giorno mi sono svegliato e ho immaginato un mondo migliore. un mondo piendo di video IO NON POSSO.. e il mio progetto ha iniziato a prendere piede.. per realizzare il mio progetto di conquistare un mondo di IO NON POSSO ho dato vita ad una piccola serie per il web "I LEGODRAMMI", una profonda riflessione sui problemi relazionali, sulla difficoltà di comunicare dell'era moderna.. purtoppo il mondo in cui viviamo in un modo o nell'altro ci mette sempre davanti a delle situazioni in cui siamo costretti a dire io non posso, ma poi ci rendiamo conto che se il calabrone riesce a volare, nonostante quello che ne dicano gli ingenieri e gli scienziati, allora bisogna soltanto credere in noi stessi e ascoltare quello che dice il nostro cuore.. l'ultima volta che io ho dovuto dire IO NON POSSO? in questa intervista!

2. E io che ti credevo una persona “seria”… Ti senti più a tuo agio come Pie DeMente, Pie DeCess o Pietro Vaglica?
Io non posso definirmi di sicuro una persona seria e non capisco come lei abbia mai potuto pensarlo. di sicuro mi sento più a mio agio come PieDeCess, io penso che la scelta del nome sia molto importante, quando si parla di un personaggio "pubblico", deve essere qualcosa che subito identifichi l'uomo che c'è dietro... quando ti presenti come PieDeCess la gente gia sa che il tuo prodotto sarà DECESS e quindi se vede qualcosa che fa cagare non ha di che lamentarsi.. utente avvisato mezzo salvato!

3. Qual è il progetto di cui vai più fiero?
Io non posso dire di andare fiero di qualcosa che ho gia realizzato... sono moltro critico e il budget zero di tutti i miei progetti crea lacune e pecche enormi che a mala pena riesco a sopportare ogni volta che vedo un mio lavoro... ma poi penso.. tanto sono lavori DECESS!!! il progetto di cui vado più fiero? di sicuro quello che ho nel cassetto.

4. Adesso che sei giunto al punto di svolta della tua carriera (ahah)… l’incontro con Vito Benicio Zingales, in che modo hai reinterpretato il concetto di book trailer con la sua particolarissima scrittura?
Io non posso di certo tradire la fiducia che ho nei booktrailer, credo nelle loro potenzialità e nel loro particolare linguaggio ibrido tra letteratura e cinematografia, nelle sue capacità di attirare alla lettura i NON LETTORI attraverso il loro linguaggio cinematografico e sopratutto alla sua capicità di trasmettere in pochi secondi le atmosfere, emozioni, sensazioni a cui i LETTORI sono abituati. Purtroppo a volte restano dei esercizi fini a se stessi... l'anima del booktrailer sta proprio nella viralità del prodotto e realizzare un prodotto che si possa definire VIRALE è una impresa ardua. Per questo booktrailer realizzato con VBZ ho cercato di realizzare delle atmosfere che fossero il più possibile fedeli alle emozioni che VBZ stesso mi ha trasmesso parlandomi del progetto che voleva realizzare, ma restando fedele alla natura cinematografica del booktrailer ho cercato di realizzare delle atmosfere che subito fossero riconoscibili in modo tale da identificare subito il prodotto finale. spero di essere riuscito nell'intento.

5. Fai uno spot di dieci secondi che convinca un aspirante montatore, filmaker, regista (chi più ne ha, più ne metta) e restare in Sicilia per inseguire i propri sogni.
Io non posso, non sarebbe uno spot convincente! se sei un libero professionista e se vuoi lavorare male e con difficoltà, senza aver riconosciuti i meriti del tuo lavoro, allora resta in sicilia! purtroppo per i videomaker siciliani non esiste un territorio che valorizzi il loro lavoro, per quanto riguarda spot e servizi, i committenti difficilmente hanno idea di quanto lavoro ci sia dietro un buon prodotto e tutti i videomakers sono costretti per lavorare a dover realizzare prodotti "scadenti" per via dei budget ridotti. se vuoi farti conoscere attraverso il tuo lavoro e non hai la possibilità di fare un buon lavoro che senso ha restare a palermo? per quanto riguarda il cinema nessuno si improvvisa (o si dovrebbe improvvisare) cinemaker... ci sono scuole, corsi e sopratutto ci vuole esperienza pratica... scuole e corsi nel palermitano sono quasi del tutto inesistenti e sopratutto ci sono poche sono le troupe professioniste che vengono a girare in sicilia, quindi si hanno sicuramente maggiori possibilità andando a "tentare la fortuna fuori".. io adoro la mia terra ma sono critico e realista. so cosa vuol dire lavorare seriamente e so quanto sia difficile farlo a palermo. un attimo più di respiro in questo senso si ha a catania... ma per noi popolo palermitano poco vedo.. il mio sogno sarebbe quello di poter lavorare bene in sicilia, ma al momento IO NON POSSO che consigliare di impegnarsi un po' tutti perchè ciò avvenga e non dover abbassare la testa a compensi ridicoli tanto per poter lavorare, e sopratutto cercare di fare il massimo anche quando è veramente difficile, per creare un prodotto che valorizzi in primis noi videomaker.

Vorrei concludere che io non posso definirmi direttore della fotografia o montatore, nonostante abbia fatto esperienza in entrambi i campi, nonostante la mia formazione universitaria e nonostante il mio curriculum, ma solo un calabrone che continua a volare.
Elisabetta Costantino

Fonte immagine: www.vimeo.com

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