02 agosto, 2010

Fascia di rispetto

Come ne “La sottile linea rossa” arretrare qui significherebbe perdere i nostri sacrosantissimi diritti e darla vinta al prossimo. Quel prossimo che non paga, quel prossimo che sicuramente sporca, quel prossimo che panza e presenza arriva qui a fare i suoi porci comodi e pretende l’approdo migliore, pretende la finestra sul cortile

Io ho una chiavetta che sancisce me e la mia progenie dominatori unici, senza possibilità di appello, di un regno delimitato visibilmente e invisibilmente da sacre assi di legno. Recinti, anzi meglio dire are, in cui serbare e ostentare i diritti acquistati ad inizio stagione. Dentro al nostro territorio, un cubo spiovente di pochi metri quadrati, i beni marchiati a fuoco da esporre lungo le fasce di rispetto del nostro mondo. Sì, fasce di rispetto, il rispetto che mi è dovuto e che pago, ogni anno.
Come in un film del buon caro ragionier Fantozzi, ogni anno con i miei giungo a questi territori rinfrescati dalla brezza marina. Scelgo Mondello, scelgo la spiaggia più vicina alla mia città, Palermo. Io non ho mai avuto la cabina… Rispetto chi fa scelte diverse dalla mia, ma io scelgo l’unico modo in cui si può disporre di un pubblico bene, ossia attraverso pubblico accesso in pubblica fascia di litorale marino.

Me lo godrò ancora per poco, mi dicono. Legambiente lamenta che l’arenile di Mondello indietreggia sempre di più… Colpa delle costruzioni su di esso che lo rosicchiano anno per anno, colpa delle cabine. Quest’anno in più dovrò scegliere attentamente dove posteggiare, pagare il posteggiatore abusivo o le strisce blu, perché gli accessi pubblici alla spiaggia sono soltanto due… Rispetto chi fa scelte diverse dalla mia. Sto nella mia fascia. Sto nei miei 30 metri di libertà.

Almeno fino ad oggi. Oggi infatti è successa una cosa strana. In quei merdosissimi 30 metri (scusate il tono vagamente seccato) si sono posizionati tutti i proprietari di cabina della piazzola retrostante. In fila davanti al mare, posto unico, biglietto assicurato: sedioline traslate in modo da assicurare i raggi solari e ombrellone in bella vista. Sono giunti quasi un’oretta dopo il mio arrivo. Un’ora dopo aver piazzato le asciugamano, quattro, della mia famiglia. E così come loro, al momento opportuno, quando la congiuntura caldo-brezza marina-acqua è sembrata la migliore possibile, sono giunti tutti i proprietari delle cabine retrostanti, occupando quasi tutta la fascia.

Allora la domanda mi sorge spontanea: perché mai chi paga per aver un proprio spazio riservato all’interno della spiaggia di Mondello, deve utilizzare anche gli spazi che sono riservati al pubblico che non gode di certi privilegi?
Perché chi paga per la cabina deve avere nel prezzo il plus valore dovuto al fatto che così, comodamente, in pochi minuti, può trasportare ombrelloni, sedioline, sdraio, asciugamano ed occupare la risicatissima fascia di spiaggia pubblica? Se mi venisse in mente di trasferire le mie cose nelle loro piazzole, sarei di certo multato.
Io ho rispetto per le scelte diverse dalla mia. Io ho rispettoE aspetto con ansia che nel 2011 scada la concessione della società Italo-Belga per la spiaggia di Mondello. Aspetto che il nuovo feudalesimo del mare cada per sempre e con esso i suoi baroni, conti e re.
Elisabetta Costantino

Foto di elisabetta costantino

2 commenti:

  1. indecenze d'estati e risicate democrazie. fasce di rispetto per bagnanti senza privilegi. ribalta ... e avrai la geografia politica diffusa e generale della patria italia.

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  2. credo anche io vito: microcosmo balneare di un macrocosmo chiamato italia, in cui il sig. salvo di turno con chiavetta al collo decide per sè e per i suoi simili la fetta di sole e di mare che mi spetta...

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