era piccola e minuta. come quando è carta da una parte e velina di neve dall'altra. era nella vita. di dentro. che ogni cosa ed era futuro.
anna.
cos'è che scatta in quel "dentro" nel sangue"? cos'è che monta tra le vene del tanfo peggiore? cos'è che porta alla nera potenza di uno schizzo? e a profanare quel tempio negli occhi? eppure siamo uomini, figli di un dio e continuità di un padre. molto più di una memoria, molto più del maroso tra gocce e cielami.
nella terra dello zolfo, tra demoni e giusti, cos'è che ti spinge a non essere più uomo? e a farti dimenticare che è da quel medesimo sangue a giungerti la vita? eppure scegli la pietra, la lama e la polvere da sparo. eppure scegli il morbo che ti scuoia l'anima, là in fondo al palato del cuore. uomo: cos'è che ti spinge a procrearti nell'inguine del maiale più avido? e a generarti nel mollame dell'infamia? e a tornarti nella terra strisciando? figlio del fango, ubriaco di sperma, voglioso di merda.
cos'è questo tanfo che sale dall'ultimo tonno scannato?
anna.
era piccola e minuta. solo un sorso accennato.
una cartilagine nell'anima. una mano. sporca. e si spezza.
e di una madre si perde una lacrima trafitta dal chiodo della sua stessa croce.
Foto di Andrea De Luca e Zero91
Foto di Andrea De Luca e Zero91
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