“Pronto?”
“Salve, parlo con gli organizzatori della maratona di New York?”
“Sì, prego”
“Sono Edison Pena”
“Chi?”
“Il nome probabilmente non le dice nulla, ma negli ultimi tempi sono stato al centro della ribalta… Sa, sono uno dei minatori cileni rimasto intrappolato sotto terra per 2 mesi”
“Ah si certo! Cosa possiamo fare per lei??”
“Vorrei partecipare alla maratona di New York!”
“Ah volentieri! Cercherò di trovarle dei posti riservati in prossimità dell’arrivo”
“Non ha capito… Io voglio correre!”
“Ma cos’è uno scherzo??”
Niente scherzi.
In miniera non si scherza. Si suda, si lavora, si fatica, si… Corre.
Ed Edison Pena ha corso tanto. Forse lo faceva perché era ansioso, forse per trovare una via d’uscita, ma correva. Due volte al giorno correva percorrendo 6/7 miglia in media tra fango e roccia, mentre gli altri si riposavano lui correva. Ma correva soprattutto con la mente: invece di scoraggiarsi di fronte al pericolo che stava vivendo, lui pensava che uscito di lì avrebbe partecipato alla maratona di New York, ma non per puntare su di lui i riflettori, ma per portare a galla con un gesto eclatante le condizioni dei minatori.
Adesso è arrivato il 7 novembre e continua a correre Edison, corre, si è infortunato al ginocchio potrebbe ritirarsi ma lui che fa?? Corre… Corre con l’aiuto del ghiaccio…. Corre verso il traguardo.
Il mondo fa il tifo per te… Corri ragazzo, corri!!!
Piero Salerno
Grafica di Andrea De Luca
un esempio per tutti...correre nella vita, quando il traguardo non è la fine del percorso, nel caso dei minatori la fine della "prigionia", ma il traguardo è proprio quello di continuare a correre...correre per vivere, consapevoli del fatto che a volte serve anche fermarsi per vivere!
RispondiElimina... correre per dimenticare il buio
RispondiEliminaGrande Piero!
correre per qualcosa....è necessario un obiettivo per trovare la forza di correre e lui ne è il chiaro esempio!
RispondiElimina