Çay = tè
Caddesi = strada
Raki= brandy aromatizzato all’anice
Qualche anno fa feci il primo incontro con una città che mi ha stregata: ISTANBUL, la storia, il cibo, le persone, l’atmosfera. Indimenticabile.
A rafforzare queste sensazioni è stata senz’altro la musica che mi ha accompagnata durante il soggiorno: folk, pop, sufi, rock, fasil.
Mi trovavo sulla terrazza di un bar, nella zona di Ortaköy, a sorseggiare l’ennesimo çay, quando il tappeto di voci che accompagnava il mio assolato pomeriggio, fu improvvisamente sopraffatto dal suono prepotente di una chitarra elettrica. Chi era con me ebbe un sussulto, esclamando: “ma questo è Haluk Levent!!!”.
Incurosita chiesi informazioni.
Dopo esserci fiondati giù per le scale di una tipica casa di legno di Istanbul, mi ritrovai fra
il pubblico festante di un concerto folk- rock di uno degli artisti più famosi della Turchia.
il pubblico festante di un concerto folk- rock di uno degli artisti più famosi della Turchia.
Inutile dire che non capivo una parola, ma non importava, mi sentivo parte di quella folla divertita, persa in un panorama che abbracciava due continenti.
Quanche giorno dopo, passeggiando per Istilkal Caddesi, fui attratta da un grande negozio di dischi, dove comprai un cd di Haluk Levent[1] e uno dal titolo Groove alla Turca di Burhan Ocal[2], eccezionale performer, di jazz, musica etnica, musica classica.
Fu in una sala della storica stazione ferroviaria di Sirkeci (lì dove arrivava l’Orient Express) che fui avvolta dalla spiritualità del Sema e della musica Sufi che accompagnava i Dervisci nelle loro rotazione per il raggiungimento dell’estasi e l’incontro con Dio.
Invitata ad una festa di matrimonio ascoltai le note struggenti del fasil, genere di musica popolare, amato dai turchi che non possono fare a meno di cantarne le canzoni, mentre lo ascoltano benvendo raki. Ma la cosa più sensazionale fu l’arrivo degli sposi sulle note di una canzone di Sezen Aksu[3] – Sude, che mi fece sprofondare in un turbinio di emozioni, con il suo ritmo incanlzante il quale riporta alla mente tempi e mondi lontani.
E adesso? Adesso è arrivato il momento di mettere fine al mio viaggio e permettere che inizi il Vostro. Ho raccontato alcune mie esperienze perché raccontandole avrei sottolineato il significato che per me ha la musica: insostituibile per il superamento delle barriere linguistiche e culturali. Mezzo attraverso il quale allenare la fantasia, nutrimento per lo spirito; tramite evocativo di luoghi sensazioni ed emozioni.
Marcella Longo
Disegno di Andrea De Luca
Marcella Longo
Disegno di Andrea De Luca
se l'intento era di farci assaporare suoni e atmosfere altre... ci sei riuscita molto bene cara marcella! l'ho molto gustato questo tuo pezzo, forse più di altri!
RispondiEliminae nei suk affollati della mia città, a sorseggiare stavolta tisane bollenti nonostante il caldo, mi cullo nella musica anima del mondo!
grazie
Complimenti zia!!! Gran bel pezzo....
RispondiEliminagrazie ragazzi!
RispondiElimina@elisa: il messaggio era proprio quello... per citare jamiroquai "Travelling Without Moving"
ciao ciao
mi ricorda qualcosa!!!!!!!!!!!!!!
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