la promessa

il tuo mare è a pezzi, qui invece, da oriente ad occidente, è sempre e solo il tentativo dell’osare.
amico mio, se l’opinione dei tutti avanza dilagante sulle traiettorie di quella strada, qui la sorte moltiplica il favorire delle soste con l’intimità della meta … e così le estremità del viaggio lasciano agli erranti la beatitudine della prova. lo sai, siamo inclini alle bordate del vento; da dove giunga il dopo è sempre stato irrilevante, come lo scirocco quando soffia sul passaggio di una traccia. non è la dimestichezza col mare, ma l’essere “mare dentro”, ricordi? giova ricordare, fraterno amico, che il pellegrino, nel suo continuare avvezzo, mostra il cuore ai palmi aperti di chi ha perduto nella sete il senso della goccia. ma qui non c’è catastrofe che possa supporre liberanti stati di grazia, e più di quell’uomo che ha perduto tutto nel compiersi del rimorso. no, non v’è altrove quando non si ha di fianco il motivo di un’idea e al contrario … quale bellezza stupirebbe la vita?

alle spalle, e più dei tuoi colombi ai piedi di dio, bada bene, tra scuri e chiuse, è il ricordo di quella strada che supponeva il futuro: credimi, è lì che pare ieri … e quando il vento fa da stecca al riaccendersi del rimpianto, basta quel calice di vita perché dagli spalti la semplicità torni al mosto dell'esultanza.
l'universo lento.
basta poco, amico mio …
scusami, adesso è l’ora. dieci minuti appena e dall'altrove giungerà il treno.
l’acme, la promessa.
vbz
vbz
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