D’ottobre, sul finire … con quel solito caldo “smacchia cervelli” posato, a galleggiare, ad un metro da terra.
Ci sono cose che, se devono andare, e aldilà di come la pensi, vanno come è giusto che vadano. È come se c’avessero il loro “verso dentro” e non ci sono cazzi per poterne fermare il corso. Prendete le cose che accadono in natura: frane, erosioni, alluvioni … e a quelle, chi le ferma? Ecco, pressappoco, per le vicende, tutte o quasi, umane, è così che intendo la cosa. Magari del “Principale” c’è pure del “Suo”, ma quando una roba comincia, vive e finisce, nella quasi totalità dei casi, comincia, vive e finisce nel modo che tu, e ancor prima d’iniziare, hai voluto dare al “gioco”. Se decidi d’uscire col ferro in strada, a gennaio, col ghiaccio che spazzola il catrame, beh … sai bene che “il culo per terra” sarà una tra le probabilità. “Ovvie minchiate?”, pensateci, cazzo … da un po’ di tempo a questa parte, l’umanità intera, è col culo per terra proprio perché ha deciso di fare quegli stronzi quattro passi, nel mese più freddo e col ghiaccio sul bitume … Eh, eh,eh … ci state pensando, vero? Magari state tornando a tutte quelle storie che vi hanno visto col culo per terra …
Non so a voi, ma al sottoscritto è capitata una di quelle vite con la strada sempre, perennemente e strafottutamente, coperta da lastroni di ghiaccio! E’ vero, spesso me le sono cercate, ma nelle ultime storie, credetemi, ho fatto di tutto per pararmi culo e … dentiera. Sfiga? Improbabile. Destino? Lasciamo perdere …
“Ernè: ma tutte a noi?”
Ernesto: altro caso, più o meno clinico …
“Vedrai … girerà …”
“Fratello: è da vent’anni che dovrebbe girare e qui siamo ancora col culo carteggiato …”
“Devi portare pazienza, coglione!”
“E non ne ho avuta, forse?”
“Già, ma verrà .. vedrai … verrà …”
Solitamente dopo l’eterna rassicurazione, l’amico porta gli occhi al cielo e …
“Il vero Presidente è lui e lo sai …”
“… che se scrive sono cazzi! Lo so … lo so …”
… amen.

“Fatti sotto fratello!”
“Ti faccio nuovo Hank!”
“Bastardo … per tre volte, cazzo … tre volte!!”
“Anche mille per me!”
Ci sono cose che vanno come è giusto che vadano.

Non sto qui a dilungarmi sul motivo, ma per “quel motivo” farei a cazzotti per altre mille volte. Il mio punto d’onore, quella volta, aveva un nome e quel nome per me aveva e ha lo stesso valore che per voi, presumo, può avere la vita: Aladino.
“E allora fratelli, passiamo ad Aladino ... mi pare che gli estremi vi siano tutti. Parere favorevole?”
Il Consiglio espresse il suo voto, favorevole … eccetto il mio.
“Camilo, perché?”
“Presidente: voglio ricordare a tutti i presenti che, come da regolamento, non sono tenuto a dare alcuna spiegazione.”
“Quindi?”
“Quindi per me … è no, punto!”
“Bene. La seduta è tolta!”

“E allora, coglione: è la terza volta che fai saltare il consiglio, perché?”
“Ernè: sono cazzi miei!”
“A questo punto non sono più tuoi … sono anche miei, o no?”
“No!”
“Coglione!”
“Sarà una minchiata, ma il motivo ci sta, punto!”
“Monta su Jessie e facciamoci un giro, dai.”

Quella volta era sera al “bar del mattino”.
Dal mercato al “nostro” bar sono una manciata di minuti, con i ferri solo pochi istanti. In quegli attimi, ad uno schizzo di sputo sulla gomma del mio amico, tornai alla mia vita, a Mò e a quell’andare lento che era ormai parte dei miei giorni. Non conosco questa sorta di magia, ma quando accade ‘sta roba, sento d’essere dentro a tutto ciò che pulsa nel ferro. “Pazzia?”, non saprei, ma il mio cuore, credetemi sulla parola, è lì, tra i grandi cilindri, che batte e il sangue pompato in vena scorre, lanciato a pressione dagli iniettori, tra pistoni e bielle … le emozioni poi, collidono col cromo e i pensieri, trattenuti dapprima dalla mente, sfuggono, alla fine, tuonanti, dall’”onice” dei Vance&Hines. In quegli istanti divento e mi faccio uno con la mia Jessie, come se la vita esprimesse al mondo la cosa più bella del mondo: come quando con la donna amata non si è più due, ma in eterno uno.
“E allora, mi spieghi?”
“Sai bene che non sono tenuto a …”
“Fanculo le regole del cazzo … è con tuo fratello che stai parlando!”
“Ernè: non posso!”
“Perché?”
“Non posso tradire i fratelli … le regole vanno rispettate.”
“Che cazzo t’ha fatto Aladino, dimmelo!!”
“Non posso!”
“Devi …”
“Altrimenti?”
“Fanculo Camì … certe volte ti spaccherei per bene …”
“Saresti solo un fottuto bastardo.”
“E tu, allora? Giù tu giù io, no?”
“Sei un figlio di puttana!”
“Spara, dai …”
“Ok …”
“Dai … liberati da ‘sto cazzo di un peso, così risolviamo la cosa.”
“Ricordi, da Carlina, il nostro primo incontro con Aladino?”
“Si, e allora?”
“Ricordi tutto?”
“E come cazzo faccio? È passato un mese …”
“Il consiglio c’era tutto e a parte i membri al completo erano due aspiranti tra noi, ricordi?”
“Si, ricordo, e …?”
“Alla fine, per festeggiare l’incontro, ordinammo sambuca per tutti, ma Aladino …”
“Aladino, cosa?”
“Cazzo, Ernè … dammi tempo …”
“Non rompere i coglioni … che cazzo fece Aladino?”
“Porca puttana … ordinò un cazzo di bicchiere d’acqua!”

E tutto per uno stronzo, fottuto bicchiere d’acqua.
Ci sono cose che le parole non le sanno e altre, più preziose, che le parole non immaginano. Ci sono cose che non appartengono “semplicemente” alla vita, ma così pienamente libere da appartenere al mondo. Ci sono cose che la parole da sole non bastano e non appena le pensi sei dentro a quella parte di cielo che è nell’idea d’ogni uomo. E sei “parola” e sei cielo. E sei quell’Idea.
E ci sono cose che sei tu, non appena saprai, finalmente, chi sei.
Abbracciai Hank … L’Idea volava pienamente libera … libera d’appartenere al mondo.
E in quella parte di cielo … Aladino divenne SaF.
SaF
... grazie
RispondiElimina"Ci sono cose che, se devono andare, e aldilà di come la pensi, vanno come è giusto che vadano. È come se c’avessero il loro “verso dentro” e non ci sono cazzi per poterne fermare il corso". E' così Vì, con lo sguardo ogni giorno verso il "bar del mattino".
RispondiElimina