la mia sera è stanca, senza ventre e riordina agli scaffali il temere dell'ormai. nel mio sangue non ho il denso dell'adesso, nè l'orgasmo dell'incerto. tutto scivola nel buio del malgrado, taglio dopo taglio, come fosse freddo a gocce, senza getto, nè quel ripetersi maschio a grano. qui non accendono crediti ai custodi dell'insulto e le mie mammelle stringono, ubriache a sè, il latte marcio del rimpianto. raccolgo allo specchio i giudizi dell'ammanco e la cipria non basta a legare ciò che resta dietro. la mia sera s'è fatta vetro a pezzi sul mio tardi versato in terra. ora è lento, che non lamenta e non fa vena.
ora è il piuttosto vivo che non sbaglia un colpo e, piano, il turno vuoto mi resta accanto.
photo di ermanno storti
vbz
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