sono le cose che tornano. arrivano, magari cantando a passeggio, sul bello di quando alla coscienza gli piace quel dito da mettere al naso. stai lì a pensarci un momento, ma poi giunge lo sforzo d'aprire la porta e ti ritrovi con quel dito ad alzare la prima domanda. chi è? sono le cose che tornano e sull'uscio pretendono quel dovuto rispetto, quello che misuri tra colpa e segreto. sono cose a cui l'imbarazzo e la vergogna non fottono, come le pallottole che bucano bellezza e infamia, senza sottrarre velocità alle mani di chi rimescola merda in un bicchiere di sconvenienti bugie. e aspetti. ma sai che il tuo tempo non è uguale al tempo delle cose che tornano e con eleganza porti l'apice di quel dito dentro i giorni di quando quel dito fotteva il tempo degli altri. e con gli occhi che bucano la punta delle scarpe, sei pronto a mettere insieme coscienza, consonanti e ricordi. è mai possibile? sono le cose che tornano. giungono, magari evitando di darti la mano, sul bello di quando pensi d'essere la migliore notizia allo specchio del rendiconto annuale. tiri fuori il sorriso e sei pronto a reclamare un pò di tatto, ma t'irrigidisce un sospetto. perdonate l'insolenza: chi vi manda? sono le cose che tornano. arrivano tra il pari e il dispari delle tue encomiabili certezze, giungendo da chissà quale stronzata passata e ricordando a te stesso che da nessuna parte è scritto da dove ricominciare al meglio l'altra metà della parte. sono le cose sotterrate nel tempo sotto cumuli di nero ghiaccio, ma che consumate dal sale dei piccoli delitti, sciogliendo come lacci di neve, pretendono alla fine tutto quello che si deve al sangue d'ogni spina versata nel sangue.
sono le cose che tornano e arrivano ... tutte d'un fiato, magari obbligandoti ad essere uomo.
prego, accomodatevi ... questa è casa vostra.
e la tua ombra, stringendoti la mano, varca la casa delle cose che tornano.
vbz
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