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e ci sono parole che parlano solo per dire parole. magari belle, ordinate e pulite, ma solo e sempre parole che, a vederla tutta, fra aliti e battiti, sparano solo minchiate. come quegli amori che si amano solo per dire: "si, tutto sommato sono un cristiano fatto, con figli, famiglia e compari". ci sono parole che farebbero meglio a starsene zitte. come quando si parla di satana e non si hanno le palle per dire nomi e cognomi, appartenenze e paternità a colori. come quei piccoli cialtroni fra i grandi palazzi. amico mio, basta poco: a muso duro, ma straccia il contratto! altrimenti rimangono parole. peggio delle peggio stronzate. la mafia non è solo fra le gebbiane dei "picciotti di fino", dei provenzano, dei lo piccolo e dei riina. "sta montagna di merda" è fra tutti quelli che, pur di ricavare un soldo, dimenticano l'onnipotente, il cristo, e la santa madonna. e tutto sulla pelle di quei tanti morti di fame. quei taluni con la bocca elegante. in gessato o con le casacche della rivoluzione. col sigaro in bocca o il basco cileno. quei taluni che dicono di vento e di storia, di giustezza e di "palermo non si libera da sola". parole e parcelle. in nero, al bar e senza fattura. parole. quei taluni che dicono del morbo e del peggio tumore. che la storia si fa a partire dagli ultimi. parole. quei taluni che basta una sola parola ... e tutto sommato, sciacalli, è la vita ... e c'è sempre qualcuno che sta peggio di te. il mercato. il sistema. le cose. parole. e le dicono bene. che quasi gli si crede. e le dicono mentre con la sinistra chiudono un occhio e con la destra firmano un contratto. da chi fa cultura a chi fa quella certa antimafia. dalla politica al cinema, dall'arte ai beni dell'anima. addirittura dicono che la città sarà migliore, senza magnaccia e puttane, con il culo della mala alzato a dovere o di quelli che, come si dice, "pur di fottersi la leggittima", hanno lavorato di fianchi e di bocca e solo per onorare la "sicana assemblea" e lo stato sovrano. che allargheranno l'oreto e il mare, da acqua dei corsari ai filari della bandita. che la faranno a pezzi e la "risorgeranno", con un cielo gratis da ficcarle sopra per tutti e con i cinema d'essay invece che "sgobbo" e cemento. con la paleria che illumina lo zen e le fogne con la merda che gli scola fra ballarò e belmonte chiavelli. scuola e giustizia per tutti! strade senza munnizza e catrame che sembrerà una seta! lavoro a chi merita e a casa chi sgarra! spiagge libere e case popolari! a regime i senza reddito e alla classe politica un simbolico gettone! parole. e le dicono bene. da quell'alta carica dello stato secondo cui sono gli intellettuali a farsi scopare da satana al più piccolo dei comunisti per bene che, pur d'acchiappare dal primo all'ultimo dei minchioni, dichiara: "una volta re ridarò palermo a tutti i normanni e ai suoi leggittimi proprietari riconsegnerò chiavi, cimiteri e cristiano lavoro". parole. tra panelle, arancine e crocchè. sfincione, "stigghiole", basilicò e polpo al limone. tra parmigiana, sarda salata, mollame e baccalà. parole, in città, tra i nuovi rampanti sciacalli. parole su per la bocca dei nuovi azzeccagarbugli con codino intrecciato e "occhialo vastaso". e dirlo fa trendy, movie e cult. ma sono minchiate come le peggio fra le peggio pallottole vaganti. che se non sei lesto a schivarle ti ritrovi due palmi sotto al fango più infame. parole tra uomini a metà e mezze minchie di mare. in parola e in tutta coscienza, baciamo le mani eccellenza! parole che dicono parole. come di quei cefali in fondo al fondo dell'acqua là nell'ibrido a sparare solo le solite signore emerite minchiate. tra i soliti tanfi nell'anima degli occhi e su per per gli incisivi tra le vertebre del cuore. in città. a palermo. di quei taluni oggi ce n'è tanti e per i gusti dei sempre soliti morti di fame.
che si è morti di fame lo si sa, bene e da tempo, ma anche minchioni ...
parole. che è meglio inventarsene delle altre. parole. che, nonostante lo si abbia compreso, continuano a sparare le sempre solite, sonore minchiate.
parole.
ecche vi pare che siamo così coglioni?
parole.
ora è tempo d'imparare altri ricordi.
da palermo e non dall'ennesima banchisa di ghiaccio.
si, tranquilla ... ora è tempo d'imparare altri ricordi.
Foto di martina zingales
Foto di martina zingales
ormai di parole siamo stanchi. ma di parole ancora sia muore, di alcune parole ancora si viene accusati. per alcune parole, diffamati. è queste altre parole sono peso e sangue raggrumato. sono anche le tue vito.
RispondiEliminaper fortuna....
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