Xitta
Ho inteso fare di Xitta, la meta finale del mio viaggio.

"Ciao ... "
"Ciao ... di queste parti?"
"No ... no ... solo di passaggio ..."
"E dove sei diretta?"
Se mai v'imbatteste in essa e il suo catrame vi sembrerebbe migliore di quello precedentemente solcato, non vi stupisca l'idea dei suoi venti pali ricurvi, perennemente accesi e inutilmente sparati sull'asfalto, o dalla cura con cui appaiono posti i cassonetti dei rifiuti. Avete presente quando passate lo smalto color prugna "fuoco puttana acceso" sulle unghie e in cuor vostro sapete che tanto non "servirà" a nulla? Ecco ...
Esiste una proporzione che non ha tanto a che vedere con le regole del dettaglio, ma piuttosto con una certa armonia tra forma e sostanza, per cui se hai la circonferenza del collo di una vecchia anatra, non puoi avere il torace del governatore di san Pietroburgo.
"Non ho una meta. Viaggio ... ho un pò di niente, ma basterà".
"Potessi farlo io ... "
"Cos'è che t'impedisce?"
"Bella domanda, cazzo ... bella domanda ..."
"Non hai risposto, però."
"Già ... non l'ho fatto."

A parte le righe continue degli scoli, al di sotto dei marciapiedi ... Xitta: null'altro che il niente.
"Forse nel mio zaino non c'è più posto per quel pò di niente ..."
"Ma quel pò di niente, se lo incontri, sai che può essere diviso ... e condiviso?"
"Piacere ... mi chiamo Camilo?"
"Caterina ..."
Vi sono cose il cui calore irradia e riesce ad avvolgere il cuore ad esse, vi sono posti che hanno la prerogativa di non essere identitari e storici. "Momenti di spazio", necessari alle frette del mondo, in cui milioni di individui si incrociano senza "attraversarsi", sospinti solo dal desiderio avido di consumare l'adesso e l'aritmetica del quotidiano. Xitta è incentrata solamente sul presente, sul "qui" battente, incapace di farsi sposa all'orizzonte della storia, confinando il cielo del futuro in quella porzione di adesso asfaltato che è la provinciale n° ... Xitta è destinata all'uomo generico, senza distinzione e il viaggiatore di passaggio si ritrova lì smarrito, a subire l'"afa delle peggiori tra le nebbie": il grigio insoluto della provvisorietà. "Ma si va al Mall of America", per dirla alla Michael Crosbie, "con la stessa religiosa devozione con cui i cattolici vanno in Vaticano" e i "nativi digitali", sfuggendo ogni cazzo di snobismo intellettuale, sono nativi anche rispetto il non motivo di Xitta, nel senso che è su quel tipo di "grigio insoluto" a venir meglio agito il sangue del proprio credersi percepiti dal mondo.
"Un pò di niente ... può essere condiviso?"
"Un sogno, seppur piccolo, è sempre un sogno ..."
"E ... tu?"
"Cosa?"
"Dico ... si, tu sogni?"
"Si, Camilo .... io vivo ... io sogno ..."
"Medesimo binario, ma treni con orari diversi, a quanto vedo ..."
"Si ... il mio sta arrivando ... due minuti appena ..."
"Due minuti ... due minuti appena ..."
"Camilo ..."
"Si ... dimmi ..."
Vi sono posti, come Xitta, che tutto sembrano fuorchè quello che sarebbero dovuto essere ... e dato che tutti gli altri posti erano già stati visitati, ci siamo affrettati a sfamare il palato dell'"ormai".
La baciai intensamente. Il suo treno giunse puntuale. Il mio arrivò con pochi secondi di ritardo. Tenni la mia vita ferma su quella banchisa per un tempo tanto breve, quanto smisuratamente incalcolabile. Forse era quel pò di niente e gli Dei vollero concedermene quel tanto che basta per fare di quell'"adesso" l'abbrivio al mio voler esserci nel mondo. L'oltre era fatto e risalii la china del mio giorno da quel binario di fianco la strada Provinciale n° ...
Non la rividi mai più.
Farò di Xitta, la meta finale del mio viaggio.
Devi "frantumare" solo una Itacha, solo una. E sei sulla buona strada. Hai visto lupo urbano, avevo ragione. Come sempre.
RispondiEliminanon se è quella che cerco, ma la mia ithaca, ad oriente dei mari del sud, io, un giorno, l'avrò.
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