Siamo figli di una grande idea e di un comune sogno: la strada. Nel nostro cuore batte quell'unico impulso che giunge puntuale, passo dopo passo, dalle cose fuggenti tra rettifili, mezzerie e tornanti. Triskeles è il nostro "segno". Nero e bianco, su sfondo giallo, disegnano un triangolo che è insieme Trinacria, Monito Eterno ed antico emblema celtico. I nostri colori e la nostra fede: Onore... e Rispetto. La "venti pietre sacre" fondano il nostro credo, il paradigma di ferro: venti regole che uniscono ed amalgano, disciplinano e ammoniscono. In esse e per esse, la "fratellanza" promette Onore e Lealtà; su queste vigila Ernesto, il nostro Presidente, e il Consiglio tutto, il cuore pulsante del Club.
SaF è il nostro motto e disegna, riecheggiando tra le cartilagini dell'anima d'ogni membro, l'acciaio della nostra idea: Stray and Forever. ANTUDO è la nostra parola di passo, l'innesco a quell'antica memoria di vento: ANimus TUus DOminus ... il coraggio è tuo Signore. Le nostre Harley, battono da più di vent'anni le strade del mondo: dai freddi meridiani russi alle piste messicane, dalle sinuose strade europee ai deserti africani. Dopo vent'anni d'asfalto ... l'idea, il grande sogno. Oggi, ad un anno dalla nascita, tra i vicoli e le penombre di un mercato palermitano ... un'unica macchia di luce e i cuori dei Fratelli che battono all'unisono verso l'orizzone del viandante in cammino: SaF. Muoviamo sul bitume alla cerca di quel dosso perfetto, l'ultimo, aldilà dello svincolo del futuro, e di quell'Ithaca impossibile: l'Isola dei Re, nel cuore d'ogni libero viandante. La strada è il nostro tempo battente e, con fede, offriamo alla ideale vela del "buon cammino", il vento del nostro irriducibile sogno.
Ho voglia di sbattermi la vita, attraversando chilometri di strada. Ho voglia di schiacciare il bitume sotto le curve del mio cromo, insuando me stesso fra le cose del vento e i miraggi di un dosso. Da nord a sud, ho voglia di mondo e di capire ancora una volta il tratto che divide il sogno d'essere nel mondo col sogno d'essere mondo. Ho voglia d'essere quel tratto. Ho capito che la strada è dentro le mie vene e il sangue che vi scorre è l'unica melodia battente. Sono me stesso quando milioni di pozzanghere sporcano le cose della mia anima in viaggio, me stesso quando, tra le soste, nei polmoni mi penetra il senso dell'andare costante, me stesso quando sotto al mio culo scorre il vigore del mondo. Ho voglia di massacrarmi il cervello con la droga migliore inventata per noi dagli dei: la libertà. Libero d'andare, di vivere e crepare, inseguito da una pallottola o da un truck d'argento. Libero di credere che da qualche parte, lì ai confini del mondo o qui in questa cazzo di cosa che chiamano cuore, è la terra mia promessa. Libero di credere che posso volare se soltanto io oso. libero di credere di poter vivere cent'anni e per cent'anni inseguire il medesimo sogno di sempre. Libero di credere d'essere un dio, malgrado il mio essere uomo m'insudici gli intestini dell'anima. Io sono un viaggiatore, portatore di un sogno fallibile, portatore di un regno invisibile. Io sono un SaF ... un randagio per sempre, con la vita sempre accesa tra le mezzerie e i tornanti delle geografie senza gloria, ma col cielo migliore. Un randagio per sempre, con le bisacce cariche di polvere d'asfalto. un randagio per sempre, con la pioggia di fianco e l'ultima collina davanti. Non so cos'altro possa esserci nel mondo aldilà della strada che mi fa essere mondo. non so cos'altro possa esserci nel mondo aldilà di quella strada, disegnata dagli dei, che imperiosa allunga, per me, verso le darsene dell'isola dei re. mi lascio alle spalle il futuro e quel piccolo rimpianto tra le lacrime della donna che amo. Mi lascio alle spalle il passato tra le guglie di un grigio museo e metto, ancora una volta, il muso filante della mia pupa di ferro tra le facce e il vertice di un magnifico diamante ... l'adesso, l'altrove che cerco.
Io sono un SaF, forse ci sono nato così: per colpa, per sbaglio o per dolo. Non lo so e non mi frega saperlo ... Io sono un portatore di conquiste segrete, l'attesa, il fallire, il risalire e il non mollare mai. Sono un semplice segno e il mio cuore triskele pulsa sulla faccia di uno scudo indomato. Ithaca e sparta, fra steppe e deserti, ripetono il riflesso di un viaggio ... e io spero, un giorno, sul culo di "quel giorno", d'esserne ricordato come degno mozzo e fiero capitano.
Ho voglia di volare. io sogno, io posso. io volo.
APO PANTOS KAKODAIMONOS
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RispondiEliminaAPO PANTOS KAKODAIMONOS ... Crowley - The Golden Dawn ...
RispondiEliminaspero, caro anonimo, più in uno scongiuro che in una invocazione ...