trovava che tutta quella boria, là di sotto, fosse più sopportabile dell'alterigia, là di sopra. sosteneva che il danno maggiore, e fatalmente capace, risultasse, non tanto dall'illusione, ma da quella meraviglia imperfetta, là informata al più grande dei pretesti: la vita. avrebbe avuto poco tempo, ormai e avrebbe chiesto di vivere il più opinabile degli slanci. sapeva, e bene, che sarebbe stato l'ultimo suo volo e che il rimpianto non avrebbe causato danno peggiore del restare tiepido espediente. guardò quanta distanza ancora, tra fallibile superbia e irreprensibile memoria e al primo plausibile tremore, concesse il tempo umano di una lacrima ...
aveva una bottiglia e due grandi ali. promiscuo intenso e pessimo affare, era un angelo.
vbz
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