come il peggior comunque tra le variabili a saldo di quei certi tiepidi furori. come quel qualunque oggi, segnato sottocosto al supermercato delle cattive intenzioni. buongiorno, signora ... mi dia qualcosa di sbalorditivo, oggi voglio essere in quel certo modo. come il versare varianze d'orgasmi tra gli scaffali della solita scusa. cosa costa quel dio? come una di quelle domeniche stese sul filo dell'inventarsi bastardo o di quel muscoloso esaltarsi migliore, ma in fondo si è solo flaccide, pornografiche giacenze all'ingrosso. come il sapersi sottrarre al netto delle solite ladre occasioni. dice che mi fa glam? bene, lo prendo. come al banco delle pazze svendite all'osso, tra piccole aritmetiche sentimentali e avanzi di sconvenienti coscienze. come testicoli ripieni di parole, ma tra le geometrie del semmai avessi osato, le nebbie delle nostre verità nascoste. come vite all'incanto a cercare pruriti e fellatio a prezzi di sicuro realizzo. scusi, ma lo sconto? come sul culo delle nostre promesse: nel nome del padre, del figlio e di quel farsi mattino per la bocca puttana di tutti.
come il solito marciapiedi di vetro negli occhi, con gesù in fila verso la cassa del nessun resto sarà dovuto.
a natale ... si è sempre più buoni.
vbz
"Io vorrei togliere per te
RispondiEliminail dolore da tutte le parti.
Non so se può bastare un solo amore.
Ma se non basta
io nasco ancora.
E non voglio che questo amore
abbia un prezzo pieno
o da trattare.
Non compro.
E non vendo.
E non mi do in pasto al mondo
perché so di non essere, ora,
un buon pasto per il mondo.
Mi do del pazzo a sufficienza
per non essere il pasto del mondo.
Ma la mia lingua sonda la tua canzone.
Non per scegliere, né per mangiare
ma per il piacere di scorrerti vicino alla mia carne
non perché dolere a due scemi la pena
ma per la gioia di resistere
al sapere di ogni altro sempre
altrove.
Sono solo uno spillo
ma senza testa
e sfilo nella tua elettricità."
si.
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